CORTOCIRCUITO

"A destra le idee della sinistra"

Dal palco della Meloni Ricolfi dà una bella strigliata ai leader della sua parte politica. "Erano per la libertà di espressione e ora sono tentati dalla censura, stavano coi più deboli e ora difendono i tutelati". Caro prof., qualcosa non torna: forse ieri eravate già voi conservatori?

Giorgia Meloni e la destra stanno sempre più raccogliendo le idee tipiche della sinistra”. Passato inosservato a buona parte degli osservatori, l’intervento di Luca Ricolfi al Mico di Milano, per la convention di Fratelli d’Italia, ha provocato un moto di altezzoso fastidio ai piani alti del Nazareno, quartier generale del Partito democratico. Docente di analisi dei dati all’Università di Torino e presidente Fondazione Hume, Ricolfi è da sempre uno studioso poco organico a quella parte politica che tuttavia si sente di aderire: Perché siamo antipatici è uno dei suoi testi più riusciti in cui analizza “la sinistra e il (suo ndr) complesso dei migliori”. Una sorta di grillo parlante o coscienza di un’area politica che con l’inizio degli anni Duemila e l’avvento della globalizzazione ha smarrito se stessa.

“Ho dato un’occhiata al programma – ha detto Ricolfi di fronte ai delegati di FdI – e mi sono reso conto di essere l’unica persona dichiaratamente di sinistra invitata a questo incontro. E vi devo dire che non ne sono stupito per una ragione semplice: le migliori idee della sinistra sono state abbandonate dalla sinistra e alcune di esse si trovano paradossalmente a destra”. Ricolfi esemplifica. Il primo “clamoroso” riguarda “la libertà di espressione, che è stata sempre bandiera della sinistra, contro la censura, che è stata purtroppo anche una tentazione della destra in passato. Ebbene, oggi le parti si sono invertite, la difesa della libertà di espressione sta a destra e anzi è un elemento unificante della destra internazionale. E la sinistra ultimamente è tentata dalla censura”, anzi “sta diventando un soggetto politico continuamente tentato dal limitare la libertà di espressione”. Altro esempio ha a che fare con “la difesa dei ceti bassi”: “da diversi decenni assistiamo a uno scivolamento della sinistra dalla difesa dei diritti sociali all’ossessiva difesa dei diritti civili. Un modo di operare sorprendente perché in tutto il mondo occidentale, se voi fate un sondaggio, i ceti popolari guardano a destra e quelli medio ricchi a sinistra.

“È paradossale – ha proseguito – ed è diventato ancora più paradossale durante la pandemia, dove chiunque abbia occhi per vedere, si è accorto che i deboli” messi in crisi dall’emergenza sanitaria “erano artigiani, lavoratori autonomi, professionisti. E che cosa è successo? Che la sinistra che pretende di difendere i deboli ha difeso il lavoro dipendente, lasciando alla destra il compito di farsi carico dei ceti subordinati”. Una terza idea di sinistra progressista, infine, è “l’idea dell’uguaglianza delle condizioni di partenza e della promozione del merito. Ebbene, anche questa idea è ormai uscita dal campo della sinistra ed è stata per molto tempo orfana. Ma da quando ho ascoltato l’intervento di Giorgia Meloni di ieri mi viene da pensare che anche questa idea stia migrando verso destra”.

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