DIRITTI & ROVESCI

Dall'Eurovision all'Europride

Torino si candida a ospitare il grande corteo europeo a sostegno delle persone Lgbtq+ nel 2026. La proposta di Luxuria sostenuta dal sindaco Lo Russo: "Dopo la musica, diventiamo capitale dei diritti"

Dopo essere stata la capitale europea della musica con Eurovision, Torino vuole essere anche la capitale europea dei diritti ospitando l’EuroPride nel 2026. Dell’ipotesi di una candidatura, sollecitata anche dalla direttrice del Lovers Film Festival Vladimir Luxuria e che trova l’appoggio dell’amministrazione, si è parlato alla presentazione delle iniziative di Comune e Città metropolitana per la Giornata Internazionale contro omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia per la quale la Mole Antonelliana si illuminerà stasera con i colori arcobaleno. Lo stesso Eurovision, d'altronde, è considerata kermesse gay friendly e l'associazione cuore ha calcolato che tra i visitatori giunti a Torino per l'evento canoro il 30 per cento fosse omosessuale.

Tema della campagna di quest’anno, per la Giornata contro l'omofobia, è “Blocca l’odio, condividi il rispetto”, il fenomeno dei discorsi d’odio soprattutto sul web che, dice l’assessore ai Diritti Jacopo Rosatelli, “sono un virus pericolosissimo che colpisce non solo le persone che direttamente ne sono vittime, ma colpisce e intossica tutta la società”. Una “piaga sociale” li definisce anche la consigliera metropolitana delegata alle Pari Opportunità, Valentina Cera, mentre la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo sottolinea che “Torino vuole essere capitale dei diritti non solo nelle giornate di celebrazione o nelle occasioni di festa ma nel quotidiano” e auspica anche che “sia la volta buona per colmare quella che è una carenza legislativa gravissima in tema di crimini d’odio”.

Un auspicio anche di Luxuria: “Speriamo la prossima volta di celebrare questa giornata con una legge che possa tutelare tutti – dice –. Noi siamo dalla parte giusta della storia e un giorno quelli che usano l'omofobia per andare in Tv o avere un posto in politica saranno ricordati nello stesso modo in cui si ricorda chi si opponeva al voto alle donne o all'abolizione della schiavitù”.

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