FINANZA & POTERI

Crt, tra i due litiganti Cuneo gode. Scontri interni a regola d'arte

Irrera soffia il posto in Acri a Quaglia che si vendica sponsorizzando per l'esecutivo il presidente di CrC. E nella Fondazione per la valorizzazione del patrimonio artistico si dimettono la presidente e il consigliere Giovannini (che poi ci ripensa)

Nuovo round del match “fratricida” tra il presidente Giovanni Quaglia e il vicario Maurizio Irrera. È stato ufficializzato l’ingresso del neopresidente della Fondazione CrCuneo Ezio Raviola nel Comitato esecutivo dell’Acri, posto su cui Irrera puntava dopo aver fatto, nelle settimane scorse, fuoco e fiamme per ottenere la designazione da parte del cda della Fondazione Crt, soffiandola al suo (ex?) sodale. Come ampiamente previsto, il professore torinese dovrà accontentarsi di sedere solo nel Consiglio generale. Da via XX Settembre gettano sale sulla ferita, sottolineando come non fosse mai successo di non essere presenti nell’organismo di vertice dell’associazione che rappresenta gli enti di origine bancaria.

I rumors riferiscono che si sia trattato di una rivincita di Quaglia nei confronti di Irrera e anche del board che non aveva votato la sua candidatura, impartendo più che volentieri la sua benedizione all’ingresso di Raviola visto anche il suo rapporto da sempre consolidato (e consociativo) con la provincia Granda: “Meglio un cuneese come me” avrebbe sussurrato Quaglia ai suoi interlocutori più fidati, non curandosi della ricaduta negativa per Torino.

Il clima di tensione si estende anche nelle controllate di Crt. In Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea (che valorizza l’ingente patrimonio artistico e cura, tra le altre cose, le collezioni del Castello di Rivoli e della Gam) venerdì scorso, nel corso di una burrascosa seduta del consiglio di amministrazione, c’è stato uno scontro al fulmicotone, in particolare con la vicepresidente di Crt (e componente della Fondazione per l’Arte) Caterina Bima, al termine del quale la presidente Anna Ferrino e il consigliere Marco Giovannini hanno annunciato le dimissioni. “Mi pare nessuno ti trattenga”, ha reagito Bima rivolgendosi a Giovannini il quale, evidentemente, deve averci ripensato se è vero, come pare, abbia chiesto di essere nuovamente designato.

“Di male in peggio, ormai litigano tra loro su tutto per posizioni di potere personali a discapito dell’immagine dell’ente”, commenta con la promessa dell’anonimato un membro del Consiglio d’indirizzo, il parlamentino della Fondazione già particolarmente agitato per le note vicende che hanno interessato Crt, Atlantia e Generali. Intanto, in città c’è chi attende, in un misto di preoccupazione e curiosità, il prossimo round, quello sulla modifica dello Statuto e dei Regolamenti. “Preparate i popcorn ne vedrete delle belle”, assicura un alto papavero della finanza subalpina. E c’è da credergli.

print_icon