POLITICA & SANITÀ

Sanità, la Lega si pappa Amos

Il Caroccio blinda la partecipata dei servizi sanitari piazzando nel cda il segretario cittadino di Cuneo Mauro e la Chiapello, rientrata nei ranghi dopo la fuitina coi Moderati. La terza poltrona è per l'ex sindaco forzitaliota di Alba Rossetto

Due posti alla Lega, uno a Forza Italia. Il centrodestra, contrariamente a quanto lasciato trapelare (forse ad arte), si prende tutti e tre i posti di comando di Amos, la società di servizi sanitari creata una ventina di anni fa da Fulvio Moirano e, oggi, partecipata interamente con quote di diverso peso dall’Azienda ospedaliera di Cuneo, dalle Asl Cuneo1 e Cuneo2, dall’Aso Alessandria e dall’Asl di Asti.

Come anticipato un mese fa dallo Spiffero, quando era appena stata decisa dall’assemblea dei soci la modifica dello statuto con il ritorno a un organo collegiale dopo un periodo con amministratore unico, la Lega è entrata pesantemente nella stanza dei bottoni dell’azienda che conta oltre 2mila dipendenti e vanta un fatturato di oltre 60 milioni. Avevamo scritto che il nome più probabile tra i non pochi aspiranti amministratori che avevano risposto al bando era quello del segretario del partito di Matteo Salvini a Cuneo, Simone Mauro. Infatti sarà lui, come deciso oggi, a presiedere il cda che sostituisce Oddone De Siebert, consulente Agenasche ha guidato l’azienda dal 2019 quale amministratore unico, dopo essere stato presidente del board poi smagrito in ossequio alle norme nazionali sulle partecipate.

Insieme a Mauro, fa parte del cda l’ex consigliera regionale dei Moderati, poi rientrata nelle file leghiste, Carla Chiapello, oggi candidata alle comunali di Cuneo e molto vicina al senatore Giorgio Bergesio. La terza poltrona che pareva essere destinata a una figura di riferimento del centrosinistra è, invece, occupata dall’ex sindaco di Alba Giuseppe Rossetto, esponente di Forza Italia, avvocato nel cui studio ha esercitato il governatore Alberto Cirio.

Una completa occupazione quella del centrodestra a trazione leghista (in questo caso quasi integrale) di un’azienda in continua crescita, la cui espansione potrebbe vedere anche l’ingresso di nuove aziende sanitarie (in passato si vociferò circa l’Asl di Alessandria) e che rappresenta un centro di potere importante nel contesta sanitario piemontese. L’emolumento di De Siebert non superava i 30mila euro l’anno, si divideranno questa cifra i tre nuovi amministratori o tra le prime decisioni ci sarà proprio l’aumento dei loro stipendi? 

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