CHE ROTTURA

Damilano serra i ranghi e prepara la traversata solitaria del deserto

Dopo lo strappo con il centrodestra l'ex candidato sindaco dà appuntamento a eletti e simpatizzanti lunedì al Collegio Artigianelli. Vuole evitare defezioni. Iannò: "Siamo compattissimi". E dalla Lega arrivano altre bordate: "Sono fuori dall'opposizione"

Meglio soli che male accompagnati. È stata questa la reazione di tanti sostenitori di Paolo Damilano alla provocazione lanciata da Alberto Cirio nel suo parallelismo tra Torino Bellissima che rischia di diventare “Torino Solissima” dopo la scelta di uscire dal centrodestra. E in effetti, almeno a giudicare dalla reazione degli ex compagni di viaggio, la sensazione è di un certo isolamento. A dimostrazione di quanto questo strappo abbia logorato i rapporti arriva anche una dichiarazione di Elena Maccanti, deputata e capogruppo della Lega in Sala Rossa secondo la quale con questa decisione la formazione civica fondata dall’imprenditore acqua&vino “si chiama fuori da ogni ragionamento politico di opposizione di centrodestra alla giunta Lo Russo” e quindi “è altrettanto evidente che da oggi riteniamo Torino Bellissima fuori da qualsiasi tavolo di centrodestra torinese”. Come a dire, indietro non si torna, men che meno nella spartigaia di questi (pochi) posti del sottogoverno cittadino che spettano alle minoranze.

Le bordate arrivate da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia fanno male, anche il governatore, dopo un “franco” confronto con l’ex candidato sindaco, non ha lesinano critiche, da qui l’esigenza di tenere alto il morale e compattare la truppa. Damilano sa di non aver condiviso con nessuno (o quasi) la sua decisione e gli è già arrivato all’orecchio lo sconcerto di alcuni eletti, soprattutto nelle Circoscrizioni, per aver appreso dai giornali la clamorosa rottura. “Questa non è la sua azienda, in cui decide e fa. Questa è una squadra in cui le scelte si concertano” afferma sotto la promessa di anonimato un consigliere di quartiere. Damilano ha subito attivato Davide Ricca – ex presidente della Circoscrizione 8 con il centrosinistra prima del grande salto in piena campagna elettorale, diventato suo braccio destro e consigliori (con Enrico Delmirani, dipendende del gruppo di famiglia e assessore a Luserna San Giovanni) – per fare un giro d’orizzonte con lo scopo di saggiare l’umore tra gli attivisti. La stragrande maggioranza è dalla sua parte, qualcuno però non ha mancato di manifestare un certo disagio: “Fuori dal centrodestra per andare dove? Per fare cosa?”. E, ironia della sorte, per iniziare a sciogliere qualche nodo Damilano ha dato appuntamento ai suoi per lunedì sera alla Sala delle Idee del Collegio Artigianelli. Un’idea è proprio ciò che servirebbe.

“Siamo compattissimi” assicura il consigliere comunale e coordinatore torinese dei “Bellissimi” Pino Iannò. Nessuna titubanza, neppure sui tempi della decisione, in assenza di una chiara prospettiva e, soprattutto, senza priva aver tessuto accordi e alleanze nazionali. “Il tempo è ora, ne siamo più che certi”. Non solo: “In questi mesi ci siamo radicati anche in altre realtà e oggi abbiamo riferimenti a Chivasso, Grugliasco, Pinerolo e in altri centri”. La miccia è accesa, come ripete Damilano, l’importante è che non diventi un fuoco di paglia.

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