GRANA PADANA

Canelli: "Molinari non si tocca ma ripartiamo dalla nostra identità"

Sebbene molti lo indichino come il possibile successore dell'attuale segretario della Lega piemontese, il sindaco di Novara giura fedeltà: "Noi siamo i primi suoi fans". Però tra le righe delle sue considerazioni dorotee traspare più di una velata critica

Per quanto il diretto interessato li definisca rumors “fastidiosi” e “ingiustificati”, le voci di un ipotetico cambio di guardia al vertice della Lega piemontese tra Riccardo Molinari Alessandro Canelli   hanno preso a circolare con grande insistenza, in particolare dopo la non brillante prova lo scorso 12 giugno ad Alessandria, città natale e feudo del proconsole salviniano, dove il sindaco uscente, Gianfranco Cuttica, è costretto a inseguire l’avversario del centrosinistra nel disperato tentativo di essere riconfermato sindaco. E, dunque, in questo clima di invidie, mire e ripicche, lui il primo cittadino di Novara, figura di spicco del partito anche oltre i confini regionali, è pronto a un’eventuale staffetta? “No. Perché il segretario della Lega in Piemonte è e resterà Molinari. Con mia grande soddisfazione”. A dirla tutta, più che a Novara sembra di trovarsi a San Damiano, dove secondo l’antico adagio si lancia il sasso e si nasconde la mano.

Ma allora, sindaco Canelli, questo rumore di fondo sulla conduzione del partito in Piemonte è solo un tentativo di disturbo?
“Di certo non arriva da Novara. Noi siamo i primi fans di Riccardo segretario”.

Questo vuol dire che nel partito va tutto bene?
“No, però non intendo dar fiato a operazioni di delegittimazione. Io ho la netta sensazione che da un po’ di tempo vi sia quasi una spasmodica, anche sospetta ed esagerata narrazione negativa nei confronti del nostro segretario regionale da parte di qualcuno”.

Intende all’interno del partito?
“Anche. Ma non a Novara”

Come se lo spiega?
“Prima mi faccia dire che il post elezioni ha alimentato questa mia sensazione. È chiaro che il calo dei consensi della Lega c’è stato in tutta Italia, non si capisce perché debba essere fatto il processo per il risultato di Alessandria, dove peraltro il partito ha fatto il risultato migliore di tutto il Paese, nonché di tutto il Piemonte. A me sembra che ci sia il tentativo di fare il processo a Molinari senza motivo, o meglio forse c’è dietro qualcosa”.

A cosa pensa?
“Riccardo ha dimostrato nel suo ruolo nazionale di essere una persona capace, ha saputo ritagliarsi molto bene il ruolo politico di capogruppo che non è un ruolo affatto semplice, soprattutto in questi anni con entrate e uscite dai governi. Anche gli avversari politici gli riconoscono capacità ed equilibrio. Forse il motivo sta proprio in questo, nel fatto che la figura di Riccardo cozza clamorosamente contro una narrazione che vuole Matteo Salvini circondarsi solo di persone di scarso livello. E Riccardo è tutt’altro che di scarso livello. È la dimostrazione che quest narrazione imperante è falsa. Detto questo è chiaro, anzi direi fisiologico che al nostro interno vi siano discussioni e anche opinioni diverse sulla gestione del partito. Ma un conto è dire che vi sono cose che non vanno e occorre cambiare, altro è mettere in discussione la leadership”.

Come  vede la situazione odierna un militante di lunghissimo corso e sindaco di una grande città del Nord? 
“La Lega sconta alcuni fattori. Il primo è aver fatto la scelta di entrare nel governo sapendo che avrebbe portato a un minor spazio di azione sotto il profilo dell’acquisizione del consenso. Ma penso che ci sia altro, che mi porta a dire che occorra stare più attenti a riacquisire un’identità, a far capire bene qual è il progetto politico. Altrimenti si rischia di non essere compresi e di essre considerati né carne, né pesce. Ma questo non è certo il caso di Molinari”.

La Lega ha perso, con l’inseguire Giorgia Meloni da parte di Salvini, il suo core business nel Nord, i temi del federalismo e dell’autonomia, insomma quella che lei definisce l’identità del partito?
“Noi abbiamo un dna che è quello di essere sempre stati il partito che dava voce e curava gli interessi dei piccoli imprenditori, delle partite iva, degli artigiani. Lo sforzo identitario di cui parlo è proprio teso a non perdere l’attenzione su queste fasce produttive, coniugandolo con tutte quelle altre istanze più strettamente connesse al sociale, tema cui la Lega deve necessariamente guardare tenendole però insieme. Su questo io e Molinari siamo in perfetta sintonia”.

Zaia, Fedriga, Giorgetti, un dopo Salvini… cosa vede nel futuro della Lega? E Salvini cosa deve fare?
“Salvini deve ascoltare le persone più vicine che gli vogliono bene, tra le quali c’è Riccardo”.

A proposito di Molinari, lei prima ipotizzava manovre di qualcuno nei suoi confronti.
“Penso che ci sia chi provi a indebolirlo o comunque fargli perdere un po’ di autorevolezza, mentre lui è persona che si è spesa tantissimo anche per la sua città. Se qualcuno pensa di seminar zizzania, coinvolgendo quelli che lo hanno sempre sostenuto e vogliono continuare a sostenere Molinari, allora ha fatto male i suoi calcoli. Con Riccardo c’è una fortissima e solida amicizia, condivisione di valori, c’è una storia di battaglie politiche fatte insieme. Quando il gruppo passa momenti difficili è il momento di fare quadrato”.

Momenti difficili per il ricandidato sindaco di Alessandria Cuttica, la partita del ballottaggio non si annuncia facile. Un consiglio da collega oltre che compagno di partito. Cosa deve fare?
“Cuttica è partito cinque anni fa con un bilancio che faceva acqua da tutte le parti, dovendo fare i salti mortali insieme a Riccardo. Ha impostato un programma e avviato lo sviluppo della città. Deve essere semplicemente bravo a comunicare questo, a far capire ai cittadini che senza questo progetto si tornerebbe a quella gestione che aveva portato Alessandria nelle paludi. La partita è ancora aperta”.