COMUNE DI TORINO

Politici trombati e filiere d'affari, così Lo Russo paga le "cambiali"

L'atto d'accusa del capogruppo M5s Russi: prima i compagni di partito ora colleghi di assessori. In pochi giorni il commercialista Di Russo (partner professionale della titolare del Bilancio Nardelli) aggiunge ben due incarichi alla lunga lista di cariche. Tutte le designazioni

“Dopo l’invasione dei politici trombati, è arrivata l’ora dei colleghi d’affari”. Ci va giù per le trippe il capogruppo del Movimento 5 stelle Andrea Russi, dopo l’ultima infornata di nomine – avvenuta in due tranche – di Stefano Lo Russo. Nel mirino finisce un quasi omonimo del sindaco, quel Davide Di Russo che dopo aver piazzato in giunta Gabriella Nardelli, sua partner nello studio professionale associato, ha ottenuto più di un incarico nei collegi di revisione delle società pubbliche.

Alla fine della scorsa settimana il sindaco aveva nominato Di Russo al vertice del collegio di revisione della Smat, società che gestisce il servizio idrico integrato a Torino e nella sua area metropolitana. Oggi lo stesso Di Russo ha aggiunto ai suoi innumerevoli incarichi anche quello di revisore della Fondazione per la Cultura del Comune di Torino.

Il sodalizio tra il primo cittadino e Di Russo si è formalizzato all’indomani delle elezioni quando viene nominata Nardelli, socia del noto commercialista torinese, che assume le delicate quanto strategiche deleghe di Bilancio e Partecipate. Nello staff di Nardelli finisce l’ex assessora di Piero Fassino, Giuliana Tedesco. La prima nomina di Lo Russo (in questo caso nella veste di sindaco metropolitano) è gaurda caso quella di Stefano Marzari al vertice di Metro Holding Torino, la società finanziaria che ha in pancia le quote di Iren dell’ex Provincia. Marzari è accidentalmente partner dello studio di Luigi Tealdi, il marito della Tedesco.

In uno dei primi pacchetti di nomine, al piano nobile di Palazzo civico viene poi indicata per rappresentare il Comune nella Fondazione XX Marzo, che si occupa della gestione dei siti olimpici, Silvana Secinaro, professoressa associata alla Facoltà di Economia, specializzata in blockchain, tra le collaboratrici, guarda un po’, del commercialista Di Russo. E questi sono solo due casi.

“È sempre più evidente – attacca il pentastellato Russi – che il sindaco stia sfruttando le nomine per piazzare tutti i suoi fedelissimi e sostenitori della campagna elettorale, restringendo il campo della classe dirigente torinese a un suo strettissimo inner circle. Un meccanismo malato di spartizione delle poltrone, un vero e proprio cerchio magico, se non fai parte del quale sei escluso da tutto”.

Tra le altre nomine, l’ex soprintende Luisa Papotti, che tanti no aveva detto all’amministrazione di Chiara Appendino, entra nel consiglio d’indirizzo del Museo nazionale del Risorgimento. Il presidente del Pd subalpino Domenico Cerabona finisce nel direttivo dell’Istituto universitario di Studi europei, l’assessora mancata Carola Messina (candidata nella lista civica di Lo Russo non riuscì a entrare in Sala Rossa) ottiene un posticino nella Fondazione per la Cultura, l’ex giornalista Rai Paolo Volpato – candidato anche lui senza successo nel Pd – va al Centro ricerche archeologiche. Al Distretto aerospaziale designata Bruna Cibrario, anche lei candidata senza essere eletta nelle liste dem.

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