VERSO IL VOTO

Fornaro capolista, Furia a casa

Il segretario regionale del Pd vede svanire il suo sogno parlamentare. Alla Camera sul Piemonte Nord numero uno sarà il capogruppo uscente di Leu. Posti blindati per Gribaudo e Borghi. Laus passa a Montecitorio. A Torino buone chance per Giorgis

È riuscito nella difficile impresa, ma non quella cui puntava. La pervicacia e l’insistenza ingombrante e assillante con cui Paolo Furia ha cercato di ottenere una candidatura blindata, passando intere giornate dalle parti del Nazareno nelle sue trasferte romane in compagnia della sua vice (non meno arrembante) Monica Canalis, hanno avuto come conseguenza il compattamento di un Pd, piemontese e non solo, in gran parte balcanizzato. 

Tutti o quasi insieme nel dire, seppur sottovoce: non se ne può più. Lo sgomitare non è, però, servito al segretario regionale a raggiungere l’obiettivo palesemente e insistentemente agognato. Non sarà capolista nel Piemonte 2 e neppure altrove. Certo, le liste ancora non sono fatte, ma molti giochi ormai sì. E il numero uno dei dem, al momento, ne resta fuori. Il posto che Furia ha cercato di prenotare, ovvero quello in testa di lista nel plurinominale per la Camera nel collegio di Novara, Vercelli, Biella e Vco, nello schema del Nazareno e alleati, è assegnato a “quota nazionale, uomo”.

Tradotto quel posto è per Federico Fornaro, capogruppo alla Camera di LeU-Articolo Uno, bersaniano di ferro, due legislature e un profilo, ormai da tempo, appunto di caratura nazionale. Dopo di lui, in lista, una donna di cui ancora non si conosce il nome ma che certamente sarà del Pd, anche se le previsioni ad oggi non contemplano il biglietto per Roma ai numeri due. Posizione che, nel caso dell’altro collegio del Piemonte2, ovvero quello di Alessandria, Asti e Cuneo, vede il già senatore nella penultima legislatura Daniele Borioli, a ridosso della capolista Chiara Gribaudo, componente della segretaria nazionale e blindata per la terza legislatura. Migra da Montecitorio a Palazzo Madama l’ossolano Enrico Borghi, anch’egli ormai politico di skill nazionale, componente del Copasir e fedelissimo di Enrico Letta che lo ha inviato in varie regioni come commissario. Dietro di lui, se lo schema non subirà improbabili cambiamenti, l’ex sindaca di Alessandria Rita Rossa.

Solo posti in piedi per il segretario, insomma. Sempreché lui non trovi improbabile generosità da parte dei compagni di partito di quella sinistra cui egli appartiene e alla quale ha rivolto speranze e perorazioni, contando sull’aiuto del ministro Andrea Orlando e del vicesegretario Giuseppe Provenzano. Speranze che paiono più pie illusioni. A Torino, città dove il biellese Furia vive ormai da tempo, nessuno scommette su un passo indietro a suo favore da parte di qualcuno dei ricandidati con eventuali rimescolamenti di destinazione.

Potrebbe essere in teoria (e solo in teoria) il caso della vicepresidente del Senato Anna Rossomando, aperta sostenitrice del segretario, indicata come capolista per Palazzo Madama, pur con la necessità statutaria della deroga per il superamento del numero dei mandati (deroga concessa a tutti per via della legislatura monca). Nessuno scommetterebbe un euro su un passo indietro della parlamentare indicata (prima della crisi) come probabile vicepresidente del Csm. Subito dietro di lei, con scarse chance di elezione, potrebbe andare Stefano Lepri, ma siamo nel campo largo delle ipotesi.

Migra dal Senato alla Camera Mauro Laus, indicato come capolista nel plurinominale dell’area metropolitana, mentre il collegio che comprende la città vedrà in prima posizione l’ex ct della nazionale di volley Mauro Berruto, seguito dall’uscente cattodem Francesca Bonomo. Nell’unico collegio dato sicuro per il centrosinistra, quello di Torino centro, verrà ricandidato Andrea Giorgis, mentre in quello della zona sud dovrebbe essere piazzato l’attuale consigliere regionale Marco Grimaldi, esponente di Sinistra Italiana.

Duello per il collegio di Collegno tra il deputato Davide Gariglio e l’ex sindaco di Grugliasco Roberto Montà per il quale si sono già spesi con un appello non pochi sindaci della città metropolitana. Almeno un collegio, poi, andrà a +Europa, quindi al boniniano Igor Boni.

E a proposito di collegi, dopo l’abbandono del campo del Pd da parte di Azione e i sondaggi allarmanti è un fuggi fuggi dei parlamentari uscenti e aspiranti rientranti dai collegi uninominali con la ricerca di un posto (più) sicuro nel proporzionale. Anche per questo, ma non solo, mentre ci si avvicina alla fine del valzer delle candidature al segretario Furia tocca il ballo della scopa.

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