CARISSIMI NEMICI

Ultimi sorrisi prima di scannarsi, foto ricordo di Salvini e Meloni

I due si stanno reciprocamente sulle scatole. Lui la chiama Rita Pavone e non si rassegna al ruolo di gregario. Lei lo considera inaffidabile e sopporta sempre meno le sue smargiassate. L'incontro fugace a Messina poi ognuno per la propria strada

“La migliore risposta alle invenzioni della sinistra su presunte divisioni”. Così Giorgia Meloni, con il suo account ufficiale, ha commentato la foto postata su Facebook da Matteo Salvini sul loro incontro a Messina. Il leader della Lega aveva accompagnato lo scatto, che li ritrae entrambi sorridenti e con il mare sullo sfondo, con la frase “lasciamo alla sinistra divisioni, rabbia e polemiche. Uniti si vince”. Il rendez-vous, avvenuto in un circolo tennistico privato a Messina, dove entrambi sono per la campagna elettorale, ma in luoghi diversi. Alle 12 Meloni è andata al Mercato Vascone mentre Salvini era in un’altra zona. Poi Meloni è partita alla volta di Catania e Salvini si è diretto a Scicli (Ragusa).

Un incontro lampo con tanto di photo opportunity per smentire ciò che invece è abbastanza notorio, e non solo tra gli “addetti ai livori”: la sincera antipatia reciproca e la crescente diffidenza verso le mosse dell’altro. Al solo pensiero di vedere a Palazzo Chigi Rita Pavone, come la chiama in privato il leader della Lega, al capitano viene uno stranguglione. La capa di Fratelli d’Italia, di converso, è sempre meno disposta a perdonale le smargiassate del suo alleato Papeete che, peraltro, ancora oggi mostra di non essersi affatto rassegnato al ruolo di gregario: “Per me sarebbe un onore presiedere il primo Consiglio dei ministri”, ha affermato proprio al suo arrivo a Messina. Stesso concetto anticipato l’altro giorno a Bari: “Io aspetto il voto degli italiani prima di fare qualsiasi commento, poi il Presidente della Repubblica sceglierà come è giusto che sia. Tutti dicono che il centrodestra ha già vinto. Calma. Sono convinto che il centrodestra possa vincere, sono convinto che la Lega possa prendere un voto in più di tutti gli altri, ma non impongo nomi e ruoli a nessuno e men che meno al presidente della Repubblica”.

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