PALAZZO LASCARIS

"Mai una Bibbiano in Piemonte",
il centrodestra riapre lo scontro

Torna in Consiglio regionale il disegno di legge su Allontanamento zero. L'assessora Caucino rinuncia ai suoi emendamenti e prepara il braccio di ferro con operatori del settore e opposizioni. Un po' di benzina per scaldare la campagna elettorale

Nessuna mediazione, almeno per ora. Torna in a Palazzo Lascaris il disegno di legge sull’Allontanamento zero con il suo testo originario. La decisione di richiamarlo in aula già per la prossima seduta del 6 settembre è stata direttamente dell’assessora leghista Chiara Caucino che ne ha seguito tutto l’iter, nato sull’onda delle polemiche dopo lo scandalo di Bibbiano. Così, da uno striscione affisso sul balcone di piazza Castello all’indomani della vittoria elettorale di Alberto Cirio, è iniziato il percorso per trasformare slogan da talk show in legge. Ora, in piena campagna elettorale, il parlamentino piemontese torna a occuparsi di uno dei provvedimenti più controversi di questa legislatura. Un po’ di benzina su un dibattito sonnolento che consentirà alla Lega di piantare la sua bandierina proprio nei giorni più caldi prima del 25 settembre?

Il provvedimento si prefigge di introdurre norme a sostegno della genitorialità e per la prevenzione degli allontanamenti di minori dalle proprie famiglie d’origine. La novità è che il centrodestra, tornando sui suoi passi, presenterà il testo originario dopo due anni di confronto serrato con le associazioni, gli operatori del settore e le famiglie che avevano prodotto dieci emendamenti di compromesso scritti proprio dalla Caucino per “mitigare” il disegno di legge. Era stato il governatore Alberto Cirio a consigliarle una mediazione, per evitare di andare al muro contro muro, e lei ha ubbidito. Fin troppo secondo gli alleati. Quando le modifiche sono approdate in commissione, la scorsa primavera, da Fratelli d’Italia è arrivata la levata di scudi: “Nessun passo indietro” ha tuonato la deputata Augusta Montaruli, stringendo la Caucino in una tenaglia. Da una parte Cirio che le chiedeva ragionevolezza, dall’altra l’alleato ingombrante pronto a bloccare ogni concessione all’“apparato degli affidi”. Sullo sfondo si staglia anche la figura di Maurizio Marrone, l'uomo forte dei meloniani torinesi, che con Caucino ha sempre avuto un rapporto difficile.

Così, dopo aver presentato in commissione i suoi dieci emendamenti, l’assessora leghista li ha riposti in un cassetto, tornando alla prima versione del ddl. Nella sostanza gli emendamenti intervenivano sulle ragioni dell’allontanamento, in particolare quelle economiche, scompariva l’indicazione della durata massima della separazione tra genitori e figli e poi veniva consentito a operatori e associazioni di far parte dell’Osservatorio che verrà istituito dalla legge per monitorarne l’applicazione. Senza questi elementi contenuti nelle modifiche che erano state apportate l’opposizione non potrà che tornare a scavare le sue trincee.

A questo punto resta da capire se Cirio e il resto della maggioranza intendano davvero aprire il fronte e se ritengano che la baruffa che ne verrà fuori possa in qualche modo avvantaggiarli alle urne. Per questo martedì i rumors parlano di un più che probabile rinvio. Poi, chissà.

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