Embraco: Calenda, è ferita ancora aperta

"La ferita dell'Embraco è ancora aperta, moltissimo". Così il leader di Azione, Carlo Calenda, risponde ai giornalisti che a Torino gli domandano di quella crisi aziendale piemontese, di cui si occupò da ministro. "Io ho rapporti con i lavoratori dell'Embraco - ha detto Calenda, oggi nel capoluogo piemontese per un appuntamento elettorale - ci scriviamo. Ricordo però che l'Embraco se ne doveva andare via nel giro di 45 giorni, noi riuscimmo a bloccarla. L'Embraco poi vendette a questi tipi che si sono dimostrati quello che sono - non mi piace ricevere querele, ma avete capito - però io feci un fondo apposta per gli operai e loro lo sanno. Nel caso in cui quella reindustrializzazione non fosse andata bene, c'era un fondo da 300 milioni di euro anti-delocalizzazione, che fu cancellato da Luigi Di Maio". "Io sono l'unico - ha detto ancora Calenda - a essere andato lì, anche quando ho smesso di fare il ministro, per andare a vedere come andavano i lavori. Ho chiesto di intervenire più volte, ho detto 'non stanno facendo quello che era previsto, cacciateli e fate intervenire il fondo, non l'hanno fatto'. Dopo di che, rimangono nel mio cuore, perché è una cosa che non è andata a finire bene, e con le reindustrializzazioni succede".

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