Dibattito della mutua

Camici e politica– Oggi, lunedì 12 settembre l’Ordine dei Medici organizza a Torino un confronto sul tema della Sanità. Verranno messi a confronto i programmi elettorali di alcune forze politiche e coalizioni. Ma a partecipare saranno solo quattro forze politiche: Pd, M5s, Forza Italia e Azione. La motivazione ufficiosa è che altrimenti avrebbero dovuto inviate troppe liste. Protesta l’Unione Popolare con De Magistris: «Noi pensavamo che la democrazia consistesse anche nel dare libero accesso a tutte le proposte politiche, favorendo così la libertà di scelta degli elettori e delle elettrici. Invece, ancora una volta, si decide di far parlare i soliti noti. Se davvero fosse una questione di “troppi inviti”, sarebbe bastato far iniziare l’incontro alle 15, anziché alle 17, e limitare il tempo degli interventi. Evidenziamo inoltre che un dibattito è tanto più interessante quanto più si confrontano idee diverse: in questo caso invece interverranno tutti partiti che hanno sostenuto il governo Draghi e che sono responsabili dello smantellamento della sanità pubblica in questo paese. L’autonomia differenziata, il taglio alla spesa pubblica, la riduzione dei posti letto, il numero chiuso a medicina, l’abbandono delle reti territoriali in favore di pochi giganteschi ospedali, l’aziendalizzazione del servizio sanitario pubblico: questa è stata la politica sanitaria di tutti i partiti invitati al dibattito». Quindi di cosa si discuterà? «Di certo non del Parco della Salute – attaccano gli esponenti di Unione Popolare –, un progetto su cui sono tutti d’accordo ma che ridurrà i posti letto e demolirà la già fragile rete territoriale in favore di un unico grande ospedale dedicato alle cure di alta specializzazione». Da qui la decisione di dar vita a un sit-in all’ingresso del convegno, in piazza Arbarello, «con le nostre proposte: ricostruzione di un unico Ssn nazionale, stop all’autonomia differenziata che aumenta le disuguaglianze territoriali, fine dell’aziendalizzazione e ripristino del controllo democratico da parte del territorio; organizzazione di una vera medicina territoriale, investendo su di essa e sulle necessarie assunzioni di personale; sviluppo della prevenzione e superamento della logica dell’ospedalizzazione; aumento dei posti letto disponibili; assistenza gratuita per gli anziani non autosufficienti e istituzione di un servizio dentale pubblico; investimenti per la sanità mentale».

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