DIRITTI & ROVESCI

Una campagna senza lavoro

Quella che a parole viene indicata come la questione politica centrale è affrontata solo superficialmente dai principali schieramenti. Ricette vecchie che non tengono conto del mondo che cambia. L'avvocato giuslavorista Rotondi: "Nessuno pensa agli autonomi"

A parole è un mantra che ripete ogni candidato, ma la verità è che finora nessuno ha davvero proposto qualcosa di nuovo sul tema del lavoro. La pensa così Francesco Rotondi, avvocato giuslavorista e managing partner di LabLaw.

“Noto una grande mancanza: la necessità di una revisione strutturale del contratto di lavoro – spiega all’agenzia Dire – non si tiene per nulla conto delle modificazioni sociali, economiche, di mercato, di globalizzazione e competitività. Non si tiene conto di nulla perché questo significherebbe mettere mano alla struttura del rapporto di lavoro”, sintetizza Rotondi.

A Torino, sabato, Enrico Letta ha promesso la detassazione totale del primo impiego per i giovani così da garantire loro, sin da subito un “lavoro vero”, “senza quella insopportabile teoria degli stage finti e gratuiti”. E forse al momento è la proposta più forte che sia stata fatta sul tema, in linea con l’intenzione del Partito democratico di puntare la sua campagna elettorale su un elettorato under 30. Secondo Rotondi “c’è un centrosinistra che propone titoli molto affascinanti (dal trattamento minimo, all’applicazione della legge contro il caporalato) ma manca il come. Mentre il centrodestra ha proposte meno affascinanti ma più pragmatiche, perché tocca degli elementi che possono, in teoria, essere possibili: dalle decontribuzioni, al taglio del cuneo fiscale, con un’attenzione in più al lavoro autonomo”.

Per l’avvocato giuslavorista, infatti, quando si guarda al mondo del lavoro, si pensa che i lavoratori siano solo quelli subordinati. “Non è così – dice – e forse dal punto di vista numerico siamo alla pari”. E contesta l’idea che “il lavoro autonomo non venga considerato come un’attività da tutelare sia dal punto di vista previdenziale sia da quello finanziario, perché è quella maggiormente a rischio”.

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