VERSO IL VOTO

"Draghi o Meloni", tertium non datur (ma il premier esclude un reincarico)

Secondo Renzi le elezioni potranno avere solo due epiloghi: o un governo di centrodestra guidato da FdI o un esecutivo istituzionale in continuità con quello attuale. E perché si realizzi questa seconda opzione "noi dobbiamo arrivare al 10%". Il niet dell'ex numero uno della Bce

“Rispetto agli scenari credo ci siano solo due ipotesi. La prima è che vinca la destra, e allora va al governo Giorgia Meloni, la seconda è che noi facciamo il 10 per cento e allora al governo ci va Mario Draghi. Non ci sono altre prospettive o altri inciuci possibili”. Non ha dubbi il leader di Italia Viva Matteo Renzi, interpellato riguardo a indiscrezioni di Dagospia su possibili alleanze tra Fratelli d’Italia e Pd per “far fuori Giuseppe Conte e Matteo Salvini”. “Far fuori Conte e Salvini non sarebbe particolarmente emozionante, sarebbe per noi un déjà vu” ha ribattuto Renzi. Poi ha ribadito il concetto: “O governa la Meloni con la destra, o c’è un governo istituzionale con Draghi. Questo però impone che il Terzo polo, con Azione e Italia Viva arrivi al 10%”. Ma questi auspici si scontrano contro la ferrea indisponibilità manifestata dallo stesso Draghi che in conferenza stampa, al termine del Consiglio dei ministri sul Dl Aiuti, pare chiudere definitivamente la porta: “Io disponibile a un secondo mandato a Palazzo Chigi? No”.

La tesi dell’ex premier è che solo un Terzo polo forte, in doppia cifra, può erodere al centrodestra quei consensi necessari a ottenere una solida maggioranza parlamentare. Poi Renzi è tornato su un altro tormentone di questa campagna elettorale: “La Meloni fascista? No, non lo è. Non saremo mai quelli che gridano al fascismo, al lupo, al lupo. Noi però pensiamo che ci sia un pericolo nella costruzione della narrativa sovranista”. “C’è – ha proseguito Renzi – una differenza tra la cultura dei conservatori europei e quella dei sovranisti. I sovranisti non sono solo contro la globalizzazione. Vogliono mettere muri e innalzare confini. Se sei sovranista fai male all’Italia, e sto pensando alle nostre aziende, che esportano in tutto il mondo, i nostri musei che devono essere visitati. Se chiudi i confini stai distruggendo l’economia, che ha bisogno di globalizzazione”, ha aggiunto. Infine, Renzi ha ribadito la sua contrarietà alla cultura dei No sull’energia: “I verdi tedeschi stanno aprendo al nucleare di nuova generazione, i verdi qui in Italia invece continuano con la linea del no su tutto”.

“C’è anche un problema di prospettiva, se diciamo di no al gas, nell’Adriatico il gas se lo prendono i croati. Se diciamo no al petrolio in Basilicata, il petrolio continua a restare nei paesi arabi e in Russia. A forza di dire no agli impianti poi battiamo i denti per il freddo” ha aggiunto. Rispondendo poi a una domanda sul probabile raddoppio delle centrali nucleari in Slovenia, ha affermato: “O c’è una politica energetica europea o noi paghiamo le conseguenze di non avere il nucleare ma ci becchiamo comunque i rischi essendo vicini”.

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