POLITICA & GIUSTIZIA

Smog a Torino, senza perizie nessun colpevole

La procura chiede l'archiviazione dei vertici di Comune e Regione dal 2015 al 2021. Un esposto degli ambientalisti voleva il processo per Appendino, Chiamparino, Fassino, Cirio e i loro assessori all'Ambiente. Scaduti i termini, mancano le consulenze. Udienza il 17 ottobre

La procura di Torino ha chiesto l’archiviazione del procedimento sulle eventuali responsabilità di Regione e Comune per l’inquinamento nel capoluogo piemontese. L’iniziativa è dettata dal fatto che i termini dell’indagine sono scaduti e che non sono state ancora depositate tre indispensabili consulenze tecniche: indagini epidemiologiche, analisi delle sostanze sprigionate nell’aria, uno studio sulle iniziative per la mobilità sostenibile. È passato un anno e mezzo da quando il pm Gianfranco Colace ha messo sotto inchiesta gli ultimi due sindaci di Torino e i due governatori della Regione con i loro rispettivi assessori all’Ambiente. Da Chiara Appendino a Sergio Chiamparino, da Piero Fassino ad Alberto Cirio e poi Stefania Giannuzzi, Alberto Unia, Alberto Valmaggia, Enzo Lavolta, Matteo Marnati: per tutti loro è stata la stessa Procura a chiedere l’archiviazione. Il gip Rosella Cosentini, che pare pensarla diversamente, ha fissato l’udienza il 17 ottobre: deciderà se chiudere definitivamente il caso o disporre ulteriori accertamenti. Anzi, secondo alcuni sarebbe proprio l'escamotage individuato dalla Procura per consentire il proseguimento delle indagini. Il procedimento giudiziario è nato da un esposto di Roberto Mezzalama, a capo del comitato Torino Respira, secondo cui i politici successivamente finiti sotto indagine non avrebbero messo in atto interventi sufficienti per limitare l’inquinamento dell’aria.

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