SANITÀ ALLO SBANDO

Pronto Soccorso appaltati alle coop in corsia pure un medico sospeso

Una dottoressa inibita dalla professione ha lavorato al Dea di Novi ed è nell'elenco dei gettonisti. Incarico per tutti gli ospedali dell'Asl di Alessandria alla società della compagna dell'ex primario di Vercelli Cannata, consigliere comunale già coinvolto in grane giudiziarie

Un medico ingaggiato da una cooperativa avrebbe prestato servizio al Pronto Soccorso dell’ospedale di Novi Ligure benché sospeso dall’esercizio della professione con un provvedimento dell’Ordine dei medici di Genova

Non solo. Lo stesso professionista, una dottoressa laureatasi nel 2019 all’Università di Genova, nonostante il divieto di esercitare scattato l’8 febbraio scorso e in essere, secondo quanto risulta dal sito dell’Ordine (che non cita la ragione della misura assunta) fino al 31 dicembre, compare nell’elenco dei medici che la stessa cooperativa ha fornito all’Asl di Alessandria da cui ha ottenuto un ulteriore appalto, durata un paio di mesi e circa 800mila euro di spesa, per tutti i cinque ospedali della provincia. La dottoressa era già inserita nei turni dei prossimi giorni per il Pronto Soccorso di Acqui Terme e di altri nosocomi e solo una attenta verifica compiuta da alcuni medici in quell’ospedale ha portato alla luce una situazione che incomprensibilmente sarebbe sfuggita alle doverose verifiche da parte dell’azienda sanitaria, sempreché ci siano state.

Un caso limite, quello che dovrà essere confermato e dettagliato da necessari accertamenti. Si aggiunge alle innumerevoli criticità che da tempo segnano il settore dell’emergenza-urgenza sempre più a corto di personale e vedono ormai una predominanza in molti reparti ospedalieri a partire proprio dal più cruciale come sono i Pronto Soccorso delle cooperative. Forniscono quei medici che i bandi per le assunzioni non trovano, non hanno le limitazioni sulla specialità imposte per gli interni e quindi possono mandare nei Dea professionisti che non siano urgentisti e neppure soggiacciono a limiti di età tanto da mettere in turno, com’è capitato, ottantennni che poveracci passano in un lampo dal ruolo di chi deve curare a quello di deve essere curato. Costano molto, moltissimo di più di un professionista in pianta organico. E, ovviamente, le coop in camice bianco nascono come i funghi.

La Almantea Società Cooperativa Sociale, con sede a Vercelli, risulta essersi costituita nello scorso febbraio. Oggi copre, oltre a diversi reparti in ospedali del Piemonte, tutti i Pronto Soccorso dell’Asl alessandrina diretta da Luigi Vercellino. A presiederla è Patrizia Piantavigna, un nome che non dice molto ai più, mentre assai più noto è quello del suo compagno, nonché professionista nell’elenco di quelli forniti agli ospedali della provincia mandrogna e, presumibilmente, con un peso nella coop assai maggiore rispetto agli altri camici bianchi. 

Digitando Giuseppe Cannata, la rete ribalta una quantità enorme di articoli sul settantaseienne ex primario del Dea, attuale consigliere comunale di Vercelli di Forza Italia, partito in cui è tornato dopo che Giorgia Meloni tre anni fa con un tweet lo mise alla porta: “Le sue affermazioni non rispecchiano in nessun modo il pensiero di FdI. Non c’è posto per chi scrive certe cose in Fratelli d’Italia”. Cannata, eletto da indipendente nelle fila del partito dell’attuale premier in pectore, nel 2019 balzò, precipitando, all’onore delle cronache con un post: “Ammazzateli tutti ‘ste lesbiche, gay e pedofili”. ll “commento” faceva riferimento a un articolo del senatore leghista Simone Pillon  sulle famiglie arcobaleno, ripostato dallo stesso Cannata, che poi proverà, invano, a metterci una pezza. 

Ci ha messo, invece il timbro la Regione, sul provvedimento di “reiezione dell'istanza di iscrizione alla sezione A dell'Albo regionale delle Cooperative sociali, presentata dalla Società Cooperativa Amaltea Società Cooperativa Sociale con sede legale in Vercelli”. Gli omissis coprono le ragioni del rifiuto opposto lo scorso aprile dal settore Politiche del Lavoro della Regione.

E ci avevano fatto una risata su, come ricordano oggi i cronisti più anziani di Vercelli leggendo, anni fa, il mattinale della questura dove era riportata una denuncia per rapina tra moglie e marito. Rammentano un litigio in macchina tra Cannata e Piantavigna, culminata con lei che sbatte la portiera portandogli via la borsa da medico. Ma c’è dell’altro nel profilo del professionista e politico che nei prossimi giorni presterà servizio, insieme ad altri colleghi tra cui non pochi stranieri con qualche problema di lingua, negli ospedali alessandrini grazie all’appalto ottenuto dalla compagna. 

Qualche anno fa, patteggiò una pena di 5 mesi e 10 giorni sostituita da una multa di 40mila euro per una vicenda portata alla luce da un’indagine nel 2011. La polizia accertò che per aiutare un’associazione vercellese che gestiva il servizio di ambulanze ad aggiudicarsi il servizio, Cannata aveva attestato falsamente la frequentazione di un corso per soccorritori da parte di due aspiranti volontari, nonché il superamento dell’esame da parte degli stessi attraverso verbali fasulli, commettendo il reato di falso ideologico.

Trascorsi che, ovviamente, non hanno una diretta correlazione con l’appalto ottenuto dalla cooperativa dall’Asl di Alessandria, i cui dettagli ancora non si conoscono non essendo ancora pubblicata la relativa delibera nonostante il servizio negli ospedali di Acqui, Ovada, Novi Ligure, Tortona e Valenza sia partito sabato scorso, ma che certo non contribuiscono a dissipare dubbi e preoccupazioni che trapelano dagli ambienti sanitari e non solo. 

Lo scorso giugno il sito di Novi Ligure il Moscone riportando il post della cooperativa Almantea con cui si ricercano medici per gli ospedali di Novi e Tortona, poneva una semplice domanda: ha già ottenuto l’appalto e non ha il personale necessario o cerca medici in vista dell’appalto? A quanto risulta, alcuni sindaci stanno per chiedere l’accesso agli atti relativi alla gara e all’affidamento del servizio alla cooperativa vercellese.

A osservare con attenzione una situazione assai critica sul fronte del personale, comune ormai in tutti gli ospedali piemontesi, ma da gestire con estremo scrupolo è prevedibile (e auspicabile) sarà lo stesso assessorato alla Sanità. Incomiciando con fare rapidamente piena chiarezza sulla vicenda del medico che avrebbe lavorato nonostante la sospensione e sarebbe stato pronto per coprire altri turni nei Pronto Soccorso.

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