CORSA A PALAZZO

A Pichetto la Transizione ecologica

Come anticipato questa mattina dallo Spiffero il parlamentare piemontese diventerà ministro. Il suo nome nel "patto della Scrofa" tra Berlusconi e Meloni. Entrano nel governo anche Tajani, Casellati e forse Bernini e Cattaneo. La Caporetto della Ronzulli

Nel futuro governo il Piemonte avrà quasi certamente un ministro. Almeno uno. Il biellese Gilberto Pichetto, vice di Giancarlo Giorgetti al Mise, è in predicato per assumere la guida del dicastero della Transizione ecologica, attualmente retto dal tecnico-scienziato Roberto Cingolani. Una decisione anticipata questa mattina dallo Spiffero e sancita nel “patto della Scrofa”, come qualcuno ha ribattezzato l’incontro odierno del “disgelo” tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi dopo lo scontro sul caso Ronzulli e lo “strappo” di Forza Italia sull’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato.

Alle 16,40 circa, il Cav ha varcato il portone di via della Scrofa, storica sede di An prima e poi di FdI, per un faccia a faccia vero, senza “intrusi” (men che meno la Crudelia di Arcore). L’immagine plastica del Cav, che arriva in auto blu, con chi è rimasto della scorta dei tempi d’oro, quando era premier, dribblando la ressa di tv e stampa accalcata fuori, insieme alla foto ufficiale dei due leader, postata sui social, con il sorriso tirato di lui e quello disteso di lei, valgono più di ogni ricostruzione. “Silvio non è venuto a Canossa ma solo per scusarsi di quanto accaduto, specialmente sull’elezione di La Russa e per dire che bisogna andare avanti insieme…”, è il commento dell’ex “responsabile” Antonio Razzi, spuntato tra la folla di curiosi, ma ai più l’ex premier è sembrato non proprio contento di trovarsi in “casa Meloni”, costretto per realpolitik a sottomettersi alle forche caudine per riprendere la trattativa sul futuro governo e spuntare nomi graditi, soprattutto alla Giustizia e al Mise.

Raccontano che oggi un accordo di massima sui ministri di FI sia stato raggiunto, ma sugli azzurri papabili, resta la consegna del silenzio e non è chiaro se il leader forzista abbia ottenuto l’ok a quattro o cinque dicasteri, ovvero uno in più della Lega, che ha incassato la presidenza della Camera e il superministero dell’Economia. Rimasta fuori dal Cdm Licia Ronzulli, secondo i boatos però, sarebbero dentro Antonio Tajani (sempre in pole per la Farnesina più il ruolo di vicepremier in tandem con Matteo Salvini), Elisabetta Alberti Casellati (in corsa non più come Guardasigilli, ma pare alle Riforme) e, appunto, Pichetto. Come “risarcimento” per l’esclusione dal futuro esecutivo Ronzulli, raccontano, dovrebbe diventare (domani) capogruppo al Senato, al posto della uscente Annamaria Bernini (che potrebbe diventare ministro all’Istruzione o alla Pubblica amministrazione, mentre il fedelissimo di Tajani, Paolo Barelli, potrebbe essere riconfermato come presidente dei deputati. Nella rosa ci sarebbe anche Alessandro Cattaneo, ex sindaco di Pavia.