SLIDING DOORS

Il grande esodo da Lega e FI,
Meloni fa la parte del Leone

In vista dei prossimi appuntamenti elettorali nel centrodestra è partito il fuggi fuggi. E tutti bussano alla porta di Fratelli d'Italia. Il consigliere regionale del Canavese vuole lasciare il partito di Salvini e tratta una candidatura nel 2024. Ed è solo l'inizio

“È come ne La notte dei morti viventi, quando gli zombie assaltano il supermercato”. La metafora è di un alto dirigente di Fratelli d’Italia e racconta l’assedio di leghisti e berlusconiani delusi che cercano salvezza nella casa di Giorgia Meloni, mentre là fuori tutto implode. Il riferimento alla pellicola di Romero sarà pure macabro ma ben disegna un quadro che in Piemonte (e anche nelle altre regioni) sta prendendo forma. Nel 2024 ci sono le elezioni regionali, quanti posti potranno garantire Lega e Forza Italia? I risultati di settembre parlano chiaro, i successivi sondaggi non fanno che consolidare un trend che vede Giorgia e i suoi fratelli in costante ascesa.

L’ultimo a bussare alla porta è il consigliere regionale Claudio Leone, leghista di Rivarolo che ha la sua enclave elettorale nel Canavese. Uomo inquieto, Leone, che già veniva dato sull’uscio un po’ di tempo fa quando poi ad alzare i tacchi era stato il compagno di partito Mauro Fava, finito in Forza Italia. Il casus belli questa volta sarebbe stato il cosiddetto “emendamento marchetta”, 6 milioni e mezzo di euro distribuiti a pioggia ai sindaci amici nell’ultimo assestamento di bilancio. Un sostanzioso anticipo per chi tra meno di un anno inizierà a cercare preferenze nelle proprie roccaforti. Una rotonda di qua, il campetto di calcio di là, l’associazione e la pro loco, la banda musicale e il comitato di via: solo il Canavese è rimasto a bocca asciutta nonostante Leone ci avesse provato a inserire un paio di provvidenze anche nel giardino di casa propria. Di qui la rottura, secondo quanto si spiffera lungo i corridoi di Palazzo Lascaris, dove sarebbe stato pizzicato in un lungo conciliabolo con il capogruppo di FdI Paolo Bongioanni.

Sarebbe proprio quest’ultimo a condurre la trattativa con il doppio obiettivo di irrobustire la formazione meloniana nel parlamentino piemontese e rafforzare se stesso, sempre più stretto tra la componente “moderata” capeggiata da Fabrizio Comba e Guido Crosetto e quella ex aennina di Andrea Delmastro e Augusta Montaruli. Ancora presto per dire se il negoziato andrà a buon fine (il consigliere Davide Nicco ha già posto il veto, preoccupato com’è di avere dei competitor sul territorio). Ma non c’è solo Leone all’uscio, molti stanno bussando. Più che la politica è l’aritmetica a dettare la transumanza. Tre anni e mezzo fa, nel collegio di Torino la Lega riuscì a eleggere sette consiglieri, esclusi quelli del listino: “Con gli attuali numeri nel 2024 ne faremo due” dice uno di loro. Si salvi chi può, insomma. Tra i nomi che periodicamente circolano per un prossimo approdo in FdI c’è anche quello del questore di via Alfieri Gianluca Gavazza. Sotto elezioni era arrivata anche l'adesione di Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti nell'ultimo governo Berlusconi. legato da antica amicizia con il Dottor Sottile del Cav, Gianni Letta.

Da tempo, ormai, Fratelli d’Italia è l’approdo delle anime in pena del centrodestra. Tra i primi ad aprire la strada è stato l’ex azzurro Lucio Malan, che ora è addirittura capogruppo in Senato. Da Palazzo Madama a Palazzo Lascaris, un altro ex berlusconiano, Carlo Riva Vercellotti, ha trovato per tempo riparo in FdI così come decine di sindaci e consiglieri comunali sparsi sul territorio piemontese. Del resto, mesi fa si è parlato a lungo dell’arrivo ai lidi meloniani persino del governatore Alberto Cirio, passaggio che secondo alcuni sarebbe solo momentaneamente congelato (questa è la versione che accreditano i leghisti). Per regolare questo flusso di migranti altro che Ocean Viking, ci è voluta una vera e propria unità di crisi composa da dirigenti nazionali e locali con il compito di vagliare ogni richiesta di asilo politico. Dopo una breve tregua post-elettorale, giusto il tempo di smaltire la sbornia delle urne, l’assedio è ripreso.

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