Saldi: Confesercenti Cuneo, spostare le date

Spostare alla prima settimana di febbraio la data di inizio dei saldi invernali e alla fine di luglio o prima settimana di agosto quella dei saldi estivi "per arginare almeno in parte la crisi del settore". E' la richiesta che sarà avanzata da Fismo alla Conferenza Stato - Regioni. A darne notizia, in una nota, la Confesercenti di Cuneo attraverso il suo direttore generale, Nadia dal Bono che spiega "sappiamo che è una richiesta che farà discutere ma questa iniziativa è determinata dalle attuali condizioni climatiche che di fatto hanno condizionato negativamente la vendita di capi invernali. Ci sono state giornate di novembre dove il termometro sfiorava i venti gradi, lo slittamento dei saldi a febbraio, permetterebbe alle nostre imprese, già fortemente penalizzate per le scarse vendite, di recuperare almeno parte dei loro profitti". Secondo Confesercenti, i saldi  se fossero espletati a fine stagione rappresenterebbero un'occasione di grande interesse economico, sia per gli operatori commerciali sia per i consumatori. "Le nostre imprese - dal Bono - non hanno abbastanza tempo per vendere a prezzo pieno e sono costrette a svendere a saldo. A questo si aggiunge, come ulteriore svantaggio competitivo, la concorrenza sleale della grande distribuzione che non è soggetta ad alcun controllo e sanzione". "L'attuale situazione normativa - precisa Mauro Botta, vicepresidente e presidente Fismo provincia di Cuneo - è carente e mette a rischio la sopravvivenza delle piccole e medie imprese del settore, fra sconti e svendite espletati spesso senza disciplina. A questo si aggiunge la spietata dinamica delle vendite online delle grandi piattaforme del settore che, potendo attuare economie di scala, possono vendere a prezzi molto più bassi, avendo ridotti costi di personale e di infrastrutture". "Auspichiamo - concludono dal Bono e Botta - che la nostra proposta possa rappresentare una base di confronto serio fra lo Stato, le Regioni e le Federazioni di settore deputate alla tutela ed alla salvaguardia di interessi della piccola e media distribuzione della moda". 

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