ENERGIA

Idroelettrico: Giorgetti sprona,
il Piemonte spera (con Iren)

Il ministro avverte: "È la sfida per il domani dell'energia". Intanto molte sono le concessioni scadute da anni. In Piemonte, terzo produttore del Paese, punta sul partenariato e sta trattando con la multiutility. Marnati: "Vogliamo costruite tre nuovi grandi invasi"

"La sfida di domani è il rilancio dell’idroelettrico e immaginare come fare un piano di invasi per trattenere l’acqua”. Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia, sceglie la sua Lombardia prossima al voto, ma anche regione in testa alla classifica nazionale per la produzione di questo tipo di energia con il 25,2% del totale nazionale, seguita dal Trentino Alto Adige con il 22,3 e dal Piemonte che vale il13,6%. “Più di mezzo secolo fa quando sono state costruite le dighe, avevamo coscienza del significato di questo nostro patrimonio. Poi – osserva il ministro della Lega – nel tempo, questo senso un po' si è perso. Ora, complice la crisi energetica e la transizione green, è tornato molto di moda perché è la prima tra le fonti di energia rinnovabili che non compromette l'ambiente".

Tra gli aspetti cruciali vi è pure quello della redditività che l’idroelettrico può generale a favore di quei territori, nello specifico le regioni, dove sono presenti gli invasi e gli impianti gestiti da gruppi privati. Di come quantificare, gestire e introitare i canoni di utilizzo si è discusso a lungo. Ed è piuttosto recente il varo della legge che il Piemonte, tra non poche polemiche e scontri tra opposti schieramenti, si è dato e in base alla quale si sta avviando una procedura che dopo l’estate dovrebbe portare alle prime gare per l’affidamento delle grandi concessioni ormai scadute da tempo.

“Abbiamo aperto una procedura di manifestazione di interesse per sei grandi concessioni attualmente in capo a Iren – spiega l’assessore regionale all’Ambiente e Energia Matteo Marnati – che ha annunciato la presentazione di un progetto di partenariato pubblico privato. Confidiamo possa soddisfare le esigenze della Regione e, quindi, avviare in tempi ragionevolmente brevi le gare”. Gare che proprio per come la normativa regola il partenariato, prevederanno la clausola a favore del presentatore del progetto, in questo caso Iren, che in caso di un’offerta più vantaggiosa avanzata da altri concorrenti potrà aggiudicarsi alle stesse condizioni la concessione. In ballo c’è, tra gli altri, uno dei più grandi impianti sul territorio piemontese come quello di Ceresole Reale, “ma altre concessioni, oltre a quelle per cui c’è la proposta di Iren, sono scadute e molte scadranno nel giro dei prossimi anni, tant’è che abbiamo predisposto un cronoprogramma per non dover accusare ritardi”, spiega l’assessore. E poi c’è una pletora di impianti minori, quelli al di sotto dei 3 megawatt, che sommati producono una massa critica di tutto rispetto. 

Nel complesso centinaia di milioni di euro, considerando la lunga durata delle concessioni, ma anche calcolando le cifre da anticipare subito e le compensazioni previste dalla legge. Il Piemonte, non è un mistero, privilegia lo strumento del partenariato, accantonando l’idea pur coltivata con un certo entusiasmo nei mesi scorsi della costituzione di società con grandi gruppi, dopo aver escluso la semplice gara per scongiurare l’arrembaggio di gruppi stranieri, senza alcune tutela per quelli nazionale che gestiscono da decenni gli impianti. 

Una linea, quella imboccata dalla Lega in Piemonte, criticata dall’opposizione e in particolare dal Pd che con uno dei suoi parlamentari, Enrico Borghi, ha incalzato per mesi il Carroccio piemontese accusandolo di copiare la linea lombarda. "La Lega sull'idroelettrico ha tradito e preso in giro i territori montani – la tesi del senatore ossolano –. Anziché procedere con l’allineamento delle concessioni al 2029 in cambio di progetti industriale, aumento dei canoni, posti di lavoro, miglioramento ambientale, ha opposto una filosofia liberista, reaganiana di gare senza alcuna precauzione. Peccato che tutti gli altri paesi vadano in direzioni opposte: la Francia proroga le concessioni idroelettriche al 2040 nazionalizzando Edf, l'Austria dà concessioni perpetue, in Svezia durano 90 anni”.

Accuse sempre rigettate dalla Lega, che con il suo assessore Marnati oggi affida le speranze proprio al sistema del partenariato che, dopo l’avvio della procedura con Iren, “auspichiamo di poter utilizzare anche per le altre concessioni”. E poi ci sono quegli impianti, per meglio dire quegli invasi che Giorgetti esplicitamente richiama a una loro crescita necessaria per aumentare il peso dell’idroelettrico nella produzione complessiva di energia nel Paese. “Stiamo chiedendo risorse per costruire nuovi invasi. Se riusciamo, nei prossimi anni, a farne tre di grandi dimensioni, sarà già un risultato enorme, considerando che sono più di quarant’anni che non se ne realizzano”. 

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