POLITICA & SANITÀ

Medici in pensione a 72 anni,
il Senato boccia la proposta

Dichiarato inammissibile l'emendamento che allungava di due anni il limite massimo per i dottori del pubblico. Esulta il sindacato Anaao: "Norma utile solo a certe lobby". Icardi aveva caldeggiato il provvedimento "per fronteggiare la carenza di professionisti"

I medici del servizio pubblico continueranno ad avere i 70 anni come soglia invalicabile della pensione. È stato, infatti, dichiarato inamissibile dalle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato l’emendamento al milleproroghe con cui si estendeva, su base volontaria, la permanenza al lavoro fino a 72 anni.

Il prolungamento di due anni, proposto dal parlamentare di maggioranza Antonio De Poli di Noi Moderati, aveva trovato subito le barricate dei sindacati dei medici, in particolare di Anaao-Assomed la principale sigla degli ospedalieri. Non a caso è proprio il segretario nazionale di questo sindacato, a plaudire la decisione di Palazzo Madama, rivendicando la ferma opposizione alla norma. “Sono state alla fine accolte le nostre perplessità sul mantenimento dei medici in servizio fino a 72 anni”, osserva in numero uno di Anaao-Assomed Pierino Di Silverio. A suo avviso l’estensione di un biennio della possibilità di restare in servizio, motivata dalla carenza di professionisti negli ospedali come sul territorio, “sarebbe stata utile solo a foraggiare sistemi lobbistici e avrebbe continuato ad allontanare i medici dagli ospedali bloccando carriere già poco sfruttate”.

Di netto diverso avviso si erano detti molti assessori regionali alla Sanità di centrodestra a partire da quello del Piemonte Luigi Icardi il quale, come riportato nei giorni scorsi dallo Spiffero, aveva definito il provvedimento “utili proprio a fronte della carenza di professionisti”, auspicandone l’approvazione in Parlamento. Anche sul fronte degli stessi medici, diverse erano le valutazioni.

Se lo Smi, con il suo segretario regionale Antonio Barillà si era schierato decisamente a favore di “una misura capace di ridurre l’impatto negativo anche tra i medici di famiglia, molti dei quali stanno per andare in pensione”, mentre più perplessa sia pure non apertamente contraria era la posizione dell’altro sindacato dei medici di medicina generale la Fimmg. Il suo segretario regionale Roberto Venesia aveva però avvertito il rischio di affidare tutto a questa norma, “tralasciando misure strutturali più importanti”.

Un segnale della difficoltà a far passare lo spostamento in avanti della soglia massima per i medici del servizio pubblico (nel privato non vi è alcun limite) c’era già stato nella discussione della legge di Bilancio. Adesso dopo lo stop in Senato, a meno di improbabili sorprese, la prospettiva più realistica è quella di imporre ai medici l’uscita dal servizio pubblico non oltre i settant’anni. Aprendo loro in molti casi l’ingresso nella sanità privata.

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