EDILIZIA SANITARIA

Asl To5, sul nuovo ospedale "Cambiano" di nuovo idea

L'annuncio dell'assessore alla Sanità Icardi. Quattro anni per mandare al macero il progetto del centrosinistra (Vadò) e ricominciarne uno da capo. Schiaffo ai sindaci di quell'area. Sarno (Pd): "Persi 1365 giorni"

La notizia era nota dall’autunno ma l’assessore Luigi Icardi ha atteso il nuovo anno per renderla ufficiale. Dopo quattro anni di riflessione la giunta regionale ha deciso di buttare il vecchio progetto del centrosinistra per il nuovo ospedale dell’Asl To5 e di proporre al Consiglio regionale un’altra area, quella di Cambiano. “Dallo studio comparativo redatto dal Gruppo di lavoro interdirezionale, con la partecipazione dell'Asl To5 e di altri soggetti tecnici – osserva Icardi – risulta che l’Area di Cambiano, con una percentuale di soddisfazione del 61 per cento, contro il 50 per cento dell’Area di Moncalieri-Trofarello e il 28 per cento dell’area di Villastellone, è la più idonea per la costruzione del nuovo ospedale. La Giunta ne ha preso atto, chiedendo al Consiglio regionale di approvare tale scelta nell’ambito del programma di interventi di edilizia sanitaria regionale». Il riferimento è a uno studio condotto dall’Ires di cui lo Spiffero aveva comunicato l’esito a maggio dello scorso anno. A ottobre, sempre il nostro giornale, aveva annunciato la decisione della giunta, in linea con quanto emerso dalla ricerca. Oggi arriva l’annuncio ufficiale. Diciamo che i tempi di reazione non sono il punto di forza di questa amministrazione.

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“In particolare, lo studio comparativo rileva che l’Area proposta dal Comune di Cambiano è di superficie maggiore rispetto alle altre due. Fra queste, quella di Villastellone si preferisce a quella di Moncalieri-Trofarello (area Vadò), che risulta, fra tutte, la meno estesa” si legge nella nota dell’assessorato. Insomma, quello che per il centrosinistra era il sito ideale, per il centrodestra è la meno auspicabile delle tre soluzioni. In entrambi i casi, naturalmente, ci sono dei pareri tecnici a giustificare due conclusioni opposte.

Il sito di Vadò “è caratterizzato da criticità in termini di rischi di alluvione e di pericolosità geomorfologica, anche alla luce delle risultanze della perizia idrogeologica, idraulica e sismica redatta a dicembre 2020 dal Politecnico di Torino”. A favore di Cambiano, prosegue la nota, “gioca anche il fatto che una parte consistente dell'area è di proprietà demaniale, mentre le aree degli altri due siti sono completamente da espropriare”.

Chissà se questa lunga attesa per comunicare ciò che ormai è deciso da mesi non sia dovuta anche alla strenua resistenza del consigliere di Fratelli d’Italia Davide Nicco, il quale ha lottato strenuamente pur di ottenere che la sede del nuovo ospedale fosse ubicata a Villastellone, città di cui è stato sindaco. Di certo, da un punto di vista politico, questa scelta rappresenta uno schiaffo per i Comuni di Torino Sud, a partire da Moncalieri e Nichelino, entrambe roccaforti del centrosinistra, dove i sindaci Paolo Montagna e Giampietro Tolardo avevano messo d’accordo tutti i Comuni dell’area attorno alla scelta di Vadò. “Adesso la parola sulla scelta definitiva del sito spetta al Consiglio regionale – conclude Icardi –, sul piano del finanziamento l’opera rientra già nel piano triennale di investimento dell’Inail per un importo di 202 milioni di euro, senza escludere altre eventuali opportunità di intervento”.

Critico il consigliere regionale dem Diego Sarno: “In questi 1365 giorni il Presidente Cirio e l’assessore Icardi, per una logica strettamente politica-partitica, hanno riportato la lancetta indietro di 15 anni rimettendo in discussione la scelta di Vadò, presa dai tecnici della Regione ben sei anni fa, nel 2018. Sarebbe bastato realizzare il progetto definitivo ed esecutivo per poi mettere a gara i lavori: oggi avremmo la posa della prima pietra”. Lo stesso Sarno sottolinea come lo studio del Politecnico, citato da Icardi, definiva l’area di Vadò “tecnicamente idonea alla realizzazione del nuovo ospedale unico”. Infine la chiosa: “Racconteremo ai piemontesi della totale inaffidabilità, inadeguatezza e irresponsabilità di questa giunta, a partire dal presidente Cirio, che in questi 1365 giorni è stato assente e in silenzio”.

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