FINANZA & POTERI

Crt, rinnovo "a tempo" per Quaglia.
Lo Russo prepara Ganelli per il 2024

Sempre più nel vivo le manovre per la cassaforte di via XX Settembre. Si profila l'ipotesi di un mandato a (breve) termine per l'attuale presidente. Intanto il sindaco (in accordo con Cirio) sonda il consiglio di indirizzo sul notaio erede di Marocco. E Palenzona va da Crosetto

Una riconferma a tempo limitato, con il compito di traghettatore verso il nuovo corso della Fondazione Crt, per Giovanni Quaglia? È l’ipotesi che sta prendendo piede nei ragionamenti sul futuro prossimo della cassaforte torinese alla vigilia del rinnovo del suo vertice. Davanti all’alternativa di un ulteriore mandato pieno al presidente uscente e quella di dare le chiavi di via XX Settembre a Fabrizio Palenzona, emerge con sempre maggior compattezza quel fronte istituzionale che unisce il presidente della Regione Alberto Cirio, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e i due presidenti degli enti camerali, Dario Gallina di Torino e Mauro Gola di Cuneo.

Palenzona piace poco, anzi per nulla. Il suo profilo di navigatore solitario dai forti legami con interessi e gruppi di potere economici estranei, quando non addirittura ostili alla città lo rendono sgradito a gran parte dell’establishment subalpino che, inoltre, dopo aver subito lo smacco dell’arrivo un cuneese vedrebbe planare un altro “foresto”, questa volta alessandrino. “Da Genola a Tortona, non scherziamo…”, sintetizza gli umori prevalenti uno degli stakeholder interessati al dossier. Da qui la marcia a testuggine del battaglione istituzionale che come prima mossa ha iniziato a “censire” le forze in campo nel Consiglio di Indirizzo.

Da ciò che emerge può certamente contare, ad oggi, su quattro-cinque consiglieri. Anzitutto l’ex assessore regionale di centrodestra e storico esponente ciellino Giampiero Leo e l’ex presidente della fondazione degli architetti Alessandra Siviero, vicina al centrosinistra, che pur avendo “scippato” il posto all’ex pm Antonio Rinaudo, prima scelta di Cirio proprio grazie al giochetto delle rose, in virtù dell’entente cordiale tra sindaco e governatore è perfettamente allineata. Altro componente dato in sintonia, non foss’altro che per la sua estrazione camerale, è Cristina Di Bari; stesso discorso per Giuseppe Pichetto, storico presidente della Camera di commercio, di Unioncamere e dell’Unione Industriale. A sorpresa, ma poi non troppo, sul fronte si sarebbe posizionato anche Giuseppe Tardivo, professore di Economia indicato dalla Provincia di Cuneo sotto la presidenza di Federico Borgna. Tardivo avrebbe confermato a Lo Russo il suo chiaro allineamento. Neutrali per loro espressa dichiarazione i due magistrati, Massimo Terzi e Arturo Soprano che rifiutano qualsiasi intruppamento in attesa di valutare programmi e intendimenti dei candidati.

In questo scenario, nelle prossime ore Lo Russo, informati i componenti di quello che potrebbe definirsi un patto parasociale e istituzionale, sonderà il terreno per una possibile candidatura del notaio Andrea Ganelli. Nome noto e di peso, sostenitore della prima ora del sindaco, erede del prestigioso studio di Antonio Maria Marocco, a lungo presidente della fondazione, Ganelli deve tuttavia far dimenticare un paio di inciampi e sgrammaticature, dalla magra figura rimediata nella complessa partita di Iren, dove ha provocato l’irritazione di Assogestioni, a quella sorta di incidente diplomatico delle “consultazioni” informali proprio sui futuri assetti di Crt da lui avviate notaio in nome e per conto di Lo Russo (che poi smentì). Precedenti in grado di allontanare la possibilità di approdare alla guida della cassaforte per il noto professionista? Lo si vedrà. E forse lo si capirà già dagli incontri che Lo Russo avrà con i componenti del consiglio di indirizzo.

A detta di alcuni osservatori, prima di una discesa in campo di Ganelli, si potrebbe arrivare a una soluzione intermedia e di mediazione, ovvero consentire sulla solida base (e altrettante rassicurazioni) di un progetto chiaro, netto e palesato di rinnovamento a una sorta di mandato di traghettatore a Quaglia. Un anno da presidente, “non di più”. Tempistica non scelta a caso: tra un anno, infatti, decadrà il Consiglio di indirizzo e, in questo modo si potrebbero allineare le scadenze e rinnovare contestualmente gli organi della fondazione, tenendo tra l’altro conto dell’intervenuto cambio di colore politico dell’amministrazione comunale. Altro aspetto di cui tenere conto è la coincidenza che si verificherebbe il prossimo anno, con la nomina del nuovo vertice della Compagnia di San Paolo. Ormai definitivamente archiviata l’ipotesi della fusione tra le due casseforti per dar vita a una SuperFondazione, Cirio pronto a dare il via libera alle possibili richieste di Lo Russo, non dovrebbe attendere per ricevere in contropartita la golden share sulla Compagnia.

Secondo questo schema, nel 2024 si farebbe coincidere la nomina nel nuovo consiglio di indirizzo della Crt, la cui durata è stata ridotta da 6 a 5 anni, con quella del suo presidente e di quello della fondazione cugina. A quel punto, con l’impegno di avviare un processo di rinnovamento non solo generazionale, potrebbe aprirsi la possibilità per Ganelli.

Che farà big Fabrizio? Mollerà la presa rinunciando all’idea di concludere il suo lungo e ricco cursus honorum in quello che ha sempre considerato il giardino di casa, ovvero la Fondazione da cui è partita la sua lunga carriera nella finanza? Chissà. Intanto, Furbizio avrebbe parlato della questione, nei giorni scorsi, con il ministro della Difesa e uomo forte dei Fratelli d’Italia Guido Crosetto. È pronto a ingaggiare un braccio di ferro con le istituzioni che mostrano nei suoi confronti così tanta diffidenza?

print_icon