TRAVAGLI DEMOCRATICI

In campo vip e capibastone, così il Pd si prepara al voto

Il 26 febbraio le primarie per eleggere il segretario. Si vota dalle 8 alle 20 (anche online): testa a testa tra Bonaccini e Schlein mentre cresce il timore del flop. La competizione divide la famiglia Guccini. Saranno allestiti oltre 5mila seggi. Si spera in almeno 1 milione di elettori

Uno dei processi più bizantini che abbia conosciuto la politica italiana si sta concludendo con la volata finale per la segreteria nazionale del Partito democratico. Mesi di candidature, discussioni su procedure e regolamenti, polemiche ed endorsement, congressi e convenzioni nei circoli, manifesti dei valori che si sono sovrapposti e una fase costituente cui non ha aderito nessuno fatta eccezione per Pier Luigi Bersani e un drappello di accoliti riuniti sotto le insegne di Articolo 1. Il 26 febbraio il Pd avrà finalmente una nuova leadership che prenderà il posto di Enrico Letta.

Più di 5mila seggi saranno allestiti lungo tutto lo Stivale per la “grande festa della democrazia” che sono le primarie. L’incubo del flop, tuttavia, perseguita i dirigenti dem. Con gli anni, infatti, il numero dei partecipanti si è via via assottigliato e con l’aria che tira è difficile immaginare le code per questa tornata. Erano più di 3 milioni gli elettori che nel 2007 incoronarono Walter Veltroni primo segretario del Pd, dodici anni più tardi Nicola Zingaretti venne scelto da un numero pari alla metà, 1,6 milioni. Il rischio è che domenica prossima siano meno di 1 milione a scegliere tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein che domani sera si confronteranno su Sky per convincere gli ultimi indecisi.   

Nessun candidato e nessun dirigente del Pd ha fissato un’asticella. “Quanti parteciperanno? Ci faremo bastare quelli che verranno, ma questa domanda la potete fare solo a noi perché siamo l’unico partito a far scegliere agli elettori il segretario” ha risposto Bonaccini mettendo le mani avanti. Ma una soglia psicologica tra i dem viene sussurrata ed è quella del milione ai gazebo, al di sotto si rischia l’effetto boomerang.

Intanto sono stati resi noti i dati definitivi della conta nelle sezioni dopo il voto in Lombardia e Lazio che avevano rimandato i congressi nei circoli di una settimana per evitare sovrapposizioni con le elezioni regionali. Per Bonaccini 79.787 voti, pari al 52,87%; per Schlein 52.637 voti, pari al 34,88%; per Gianni Cuperlo 12.008 voti pari al 7,96%; per Paola De Micheli 6.475 voti, pari al 4,29%.

Ma chi sta con chi? Il governatore emiliano è sostenuto dai colleghi Eugenio Giani della Toscana, Michele Emiliano della Puglia e Vincenzo De Luca della Campania. Oltre a tantissimi sindaci capitanati dal presidente dell’Anci Antonio De Caro, primo cittadino di Bari, Dario Nardella (Firenze), che guida la mozione Bonaccini, quello di Pesaro e coordinatore dei sindaci dem, Matteo Ricci e quello di Torino Stefano Lo Russo. Ed è proprio il capoluogo piemontese una delle città in cui Bonaccini ha ottenuto il risultato migliore, superando il 50%, sbaragliando le truppe guidate in città dalla vicepresidente del Senato Anna Rossomando, mentre è stato sconfitto da Schlein a Milano, Roma e Napoli. Tra i dirigenti nazionali al fianco di Bonaccini ci sono le due capogruppo, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, Lorenzo Guerini con la componente di Base Riformista, i Giovani Turchi di Matteo Orfini, parte di Areadem che non ha seguito Dario Franceschini, come Piero Fassino. Enrico Letta, in quanto "garante" della fase congressuale non si è espresso, ma diversi lettiani in testa il braccio destro, Marco Meloni, hanno scelto il governatore.

Con Schlein si è invece schierato il grosso del gotha Pd da Franceschini, appunto, alla sinistra di Andrea Orlando e Peppe Provenzano, la già citata Rossomando, e ancora Goffredo Bettini e Nicola Zingaretti, ieri con Schlein sul palco di una gremita manifestazione a piazza Testaccio a Roma. Ma anche il 'paladino' dei diritti Alessandro Zan, Laura Boldrini. Ed ancora Francesco Boccia, coordinatore della mozione, e Marco Furfaro che ne è portavoce. Tra i sindaci di grandi città c'è l'appoggio del primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore.

Ma ci sono anche personaggi noti e del mondo dello spettacolo che hanno dato il loro endorsment ai candidati. Gli ultimi due nella giornata di oggi: lo scrittore Carlo Lucarelli con Bonaccini e la cantante Paola Turci con Schlein. Con la candidata dem anche gli attori Claudio Amendola e Lino Guanciale, il regista Gabriele Muccino. Mentre con Bonaccini si sono schierati lo chef Massimo Bottura e l'oro olimpico Gregorio Paltrinieri. La sinistra si divide anche in casa Guccini: il cantautore sta con Bonaccini la moglie Raffaella sta con Schlein.

I seggi saranno aperti dalle 8 alle 20. Possono votare tutti i cittadini italiani, servono un documento d’identità e 2 euro (chi è già iscritto al Pd può anche non versare il contributo). Possono votare ai gazebo anche i cittadini stranieri residenti in Italia, i minori dai 16 anni in su, i lavoratori e gli studenti fuori sede. Queste categorie devono pre-registrarsi (entro il 22 febbraio) sulla piattaforma delle primarie sul sito Pd, inserendo la documentazione richiesta e selezionando il gazebo della zona in cui si vive. Votano anche gli italiani all’estero, online o in presenza se ci sono gazebo nel loro territorio: gli iscritti residenti o domiciliati all’estero che si sono pre-registrati per il voto online sono 1.740. Potranno votare online anche coloro che abitano ad almeno 20 chilometri da un comune dove sia presente un seggio; persone impossibilitate a recarsi ai seggi per condizioni di disabilità o malattia cronica invalidante che autocertifichino tali condizioni; lavoratori che nella giornata del 26 febbraio svolgano dei turni o siano in viaggio per motivi di servizio. Gli elettori che si sono pre-registati per poter votare online sono 1.055.

print_icon