TRAVAGLI DEMOCRATICI

Il Pd di Schlein rotola a Valle. Laus: "Decideranno le primarie"

La sconfitta dei bonacciniani apre nuovi scenari per il 2024. Meno solida la candidatura (in pectore) a governatore del vicepresidente di Palazzo Lascaris. Il deputato riformista avverte (Gribaudo): "Essere con la segretaria non garantisce la vittoria alle urne"

E adesso, cosa succederà nel Pd piemontese di fronte alla scelta del candidato alla presidenza della Regione? Quanto peserà, perché un peso ce l’avrà sicuramente, l’esito del voto che ha portato all’elezione di Elly Schlein alla guida del partito, su piani che fino all’altro ieri parevano destinati a procedere senza scossoni? Quale sarà l’atteggiamento verso la sfida per la difficile riconquista del governo regionale della classe dirigente dem, quasi tutta schierata con Stefano Bonaccini e, quindi, uscita sconfitta nei gazebo?

Insieme alle europee, dove però vige il proporzionale e ognuno corre da solo, le regionali del 2024 in Piemonte saranno il primo grande banco di prova del nuovo Partito Democratico, peraltro dopo un discreto periodo di rodaggio concesso da oggi alla nuova segretaria. Ma ancor prima che sulle elezioni alla conclusione del primo mandato della giunta di centrodestra guidata da Alberto Cirio, i riflettori sono puntati sulle dinamiche piddine.

Quale percorso e quanti possibili ostacoli si presenta per il candidato in pectore Daniele Valle, è il primo interrogativo che si pone dopo la doccia gelata. Lo stesso ticket di Valle con il collega consigliere e compagno di partito Domenico Rossi, eletto unitariamente alla guida del Pd piemontese, potrebbe rivelarsi meno potente proprio in vista della competizione regionale e alle scelte che la devono precedere. 

Uscendo dal fair play ed entrando con gli scarponi sul terreno della politica, non si può evitare di guardare alla candidatura, sia pure ancora informale ma sostanziale, di Valle come a qualcosa di assodato e scevro da possibili sorprese. Uno dei grandi sostenitori dell’attuale vicepresidente di Palazzo Lascaris Mauro Laus avverte: “Con la vittoria di Schlein non cambia nulla. Se avesse vinto Bonaccini, che io sostenevo, le primarie per le regionali si sarebbero fatte come si faranno con la nuova segretaria e a dispetto di chi pensa il contrario, sono convinto che Valle sarà ancora più forte”. Il deputato si spinge ancora più avanti e lancia un messaggio chiaro ai naviganti, soprattutto quelli pronti all’arrembaggio: “Un conto è avere candidato Elly Schlein, altro è avere qualcuno che l’ha sostenuta e la sostiene”.

Parole che non possono non far fischiare le orecchie a più d’uno, in primis alla collega parlamentare Chiara Gribaudo. Di una possibile discesa in campo della deputata di Borgo San Dalmazzo, alla sua terza legislatura, si era parlato ripetutamente nei mesi scorsi, ma oggi il suo ruolo al fianco della neosegretaria durante tutta la corsa verso il Nazareno con un ruolo di primaria importanza, cambia parecchio lo scenario e le stesse probabilità che le ipotesi precedenti si rivelino assai più concrete. Per lei si pronosticano importanti incarichi, da un posto nella nuova segreteria (si tratterebbe di un ritorno, dopo esserci già stata in quota orfiniani) alla carica di capogruppo a Montecitorio.

Bisognerà aspettare ancora, far passare quel tempo necessario per capire cosa potrà accadere in un partito che si è spostato più a sinistra e i cui temi guida sono destinati a cambiare come annunciato dalla stessa Schlein nelle sue prime parole dopo la vittoria. Occorrerà capire cosa accadrà nella vasta rea riformista, dove tra richiami all’unità e per ora sporadici segnali di abbandono (ad oggi limitato all’ex ministro cattodem Giuseppe Fioroni, domani chissà), è ancora Laus a spiegare che “a seconda di come verranno affrontati temi e questioni ci comporteremo di conseguenza”. Sanguigno e diretto come le sue radici lucane, il parlamentare traduce: “Se mi si mettono le dita negli occhi mi chiederò: dove sto? Al contrario, se Schlein sa che sta governando un partito dove la maggioranza degli iscritti si sono espressi per Bonaccini e se riesce a condurre un partito plurale di grossi problemi non ne vedo”. Il che non equivale a non vedere problemi per il percorso verso la scelta del futuro candidato per la presidenza della Regione. Certo, si può far finta di non vederli, ma la realtà è altra. La vittoria dell’ala sinistra, aiutata certamente da quella esterna movimentista destinata a formare un nuovo corpo elettorale, è se non un’ipoteca certamente motivo di qualche ostacolo in più sulla strada di Valle. C’è il fattore Gribaudo e il peso che il nazionale potrebbe mettere in campo a suo favore, ma c’è pure chi ricorda come un’altra sostenitrice di Schlein, l’ex assessore regionale Gianna Pentenero ora nella giunta comunale di Torino, abbia rinunciato a poche candidature e quindi, potrebbe provarci anche stavolta.

Sul tavolo, nei prossimi mesi, anche la questione dell’alleanza con i Cinquestelle, assai più semplice e nelle cose con l’ex #OccupyPd, anche se il pragmatismo sembra indurre figure storicamente ostili al M5s come quella del sindaco di Torino Stefano Lo Russo a rivedere le proprie posizioni proprio in vista del 2024, un appuntamento su cui aleggia lo spettro sinistro di Pierfrancesco Majorino e della sua débâcle in Lombardia

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