SANITÀ

Allarme rosso sui bilanci delle Asl.
Icardi: "Pronto a mandarli indietro"

Sui preventivi di spesa delle aziende peseranno i gettonisti delle coop pagati a peso d'oro. Gravi conseguenze anche per i costi energetici. L'assessore: "Serve oculatezza nelle previsioni. Nessun taglio ai servizi, ma attenzione all'impiego delle risorse"

“Mi preparo a rispedirne indietro più di uno”. Quella dell’assessore regionale alla Sanità non è certo una cattiveria nei confronti dei vertici delle aziende sanitarie, bensì una facile previsione di quanto potrà succedere quando i bilanci preventivi delle Asl incominceranno ad arrivare in corso Regina. 

“Non si tratta di tagliare servizi importanti, sia ben chiaro. Però i conti dovranno tenere conto della cassa che certo non è gonfia di soldi e, soprattutto – spiega Luigi Icardi – del fatto che le spese sono aumentate e aumenteranno, talvolta in maniera spaventosa, per alcune voci dei bilanci”. Insomma, “niente tagli, ma attenzione ed efficientamento”, queste le indicazioni che partono dalla Regione Piemonte, ancor prima che i preventivi arrivino. E già sono in ritardo, seppure non per colpa delle aziende, ma per una sequela di rinvii a partire dai tempi lunghi con cui si è arrivati al riparto sanitario nazionale che, in attesa di completa definizione, dovrebbe assegnare al Piemonte circa 9 miliardi e 600 milioni. Una cifra che andrà impiegata con “estrema oculatezza”, come ribadisce l’assessore, visto che nell’anno in corso peseranno in maniera forse mai vista prima voci come quelle che rimandano ai medici gettonisti, così come ai costi dell’energia e quelle per ridurre le liste d’attesa.

Sui professionisti forniti dalle cooperative a costi stratosferici rispetto agli stipendi di una analoga figura in pianta organica, si è espressa con nettezza nei giorni scorsi la Corte dei Conti con la presidente della Sezione Controllo, Maria Teresa Ippolito rimarcando come le Asl hanno aumentato considerevolmente la spese per sopperire alla carenza di personale, affidandosi a convenzioni con cooperative per mantenere i servizi essenziali” e avvertendo che “questo sistema rischia di sfuggire a qualsiasi controllo, a scapito delle spesa pubblica”. Spesa che, in attesa di un’azione calmieratrice con tetti alle richieste delle cooperative e criteri più rigidi sulle figure professionali che lo stesso Icardi ha sollecitato ancora di recente al ministro della Salute Orazio Schillaci, aumenterà sui bilanci 2023 delle aziende sanitarie e ospedaliere. Tanto da dover imporre dei correttivi prima di arrivare all’estate o, peggio ancora, all’autunno con un fardello che potrebbe avere conseguenze drammatiche per la sanità piemontese.

Si direbbe un film già visto, considerato che pure lo scorso anno in questo stesso periodo i direttori generali erano stati convocati in corso Regina per sentirsi dire che era necessario “stare più abbottonati”, chiedendo una rivisitazione dei preventivi”. Stavolta, se possibile, la situazione si presenta ancor più critica. Con medici che costano più di mille euro a turno e che ormai sono sempre più utilizzati, soprattutto nei Pronto Soccorso, per colmare i vuoti generati dall’assenza di professionisti (e con costanti abbandoni, allettati anche proprio dai maggiori guadagni come gettonisti), il rosso nei bilanci è una prospettiva più che concreta. E poco conta il fatto che il denaro che passa dalle casse pubbliche a quelle del privato rappresentato dalle cooperative sia imputato alla voce “beni e servizi”, anziché a quella del “personale”, sottoposta a un rigido tetto.

Alla fine il conto sarà pesantissimo, come conferma più di un componente dei collegi sindacali chiamati a vidimare i bilanci preventivi. Il contributo aggiuntivo disposto dal Governo per compensare le spese relative all’energia non sarà sufficiente a coprire l’aumento che, come riportato l’altro giorno dallo Spiffero, ha comportato per la sanità piemontese un rincaro dal 2021 al 2022 del 78,22% con un’uscita di 100 milioni in più. “Siamo messi male”, sintetizza con brutale nettezza Icardi. “Ci prepariamo a una attenta valutazione dei bilanci preventivi che, ripeto, non significa tagli ai servizi, ma un utilizzo il più oculato possibile delle risorse proprio per garantire la migliore sanità ai piemontesi”.

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