OCCUPAZIONE & LAVORO

Turismo: mancano 4mila lavoratori

Anche in Piemonte il settore è pronto per ripartire ma mancano camerieri, lavapiatti, cuochi, addetti alle pulizie, receptionist. Confesercenti: "Rischiamo di vanificare gli investimenti delle imprese". Si rischia una perdita media di fatturato del 5,3%

Più che il lavoro mancano i lavoratori. Mai come in questo periodo l’offerta è decisamente superiore alla domanda e già ora le imprese fanno i conti con la carenza di addetti. Per la Pasqua e i mesi primaverili dei ponti, in Piemonte mancheranno oltre 4mila lavoratori nelle imprese turistiche. Il presidente della Confesercenti regionale Giancarlo Banchieri parla di “situazione paradossale” in cui “le prospettive del settore sono buone, a differenza di ciò che succede nel resto delle attività del commercio, ancora in affanno, ma le imprese non riescono a trovare i collaboratori necessari”. Una situazione in linea con quello che accade a livello nazionale: ovunque la stagione rischia di essere minacciata dalla mancanza di personale: sono almeno 300mila le figure lavorative non disponibili in Italia. Secondo Assoturismo Confesercenti, un simile scenario avrà conseguenze per tutta l’economia: il rischio è di perdere anche 3,2 miliardi di investimenti e 7,1 miliardi di pil.

In Piemonte il 34 percento delle imprese segnala difficoltà di reperimento delle figure professionali, praticamente più di una su tre. Un dato che sale al 52% nella ristorazione mentre scende al 26,7% nelle altre imprese del turismo.I profili richiesti non sono solo quelli ad alta specializzazione, anzi. C’è bisogno di camerieri, lavapiatti e addetti alle pulizie, ma mancano anche cuochi ereceptionist. In base agli attuali contratti collettivi di lavoro, un cameriere guadagna 1.300 euro mensili, un lavapiatti 1.100, un addetto alle pulizie 1.150, un cuoco 1.500, un receptionist 1.300. Per le imprese che non riusciranno a reperire tutti gli addetti necessari è possibile stimare una perdita media di fatturato del 5,3% nella prossima primavera.

“Si è inceppato il meccanismo dell’incontro fra domanda e offerta, che non può essere lasciato al passaparola o alle iniziative private – sottolinea Banchieri –. È necessaria una politica del lavoro che punti a rafforzare la formazione professionale legata a specifiche figure di addetto al turismo. E anche il Reddito di cittadinanza e le politiche di immigrazione dovrebbero essere gestiti in modo da favorire le opportunità di impiego nel turismo. Nei prossimi giorni presenteremo le nostre proposte a livello nazionale: ma bisogna fare presto perché il rischio è quello di non poter cogliere pienamente la tendenza positiva del settore: eppure le nostre imprese  – messe in ginocchio da due anni di Covid – ne hanno l’assoluta necessità”.

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