SANITÀ

Pronto Soccorso, il ministro dà i numeri: "Impropri 8 accessi su 10"

Per Schillaci ben oltre la metà di chi si reca in ospedale potrebbe farne a meno. Ma i dati vengono contestati. De Iaco (Simeu): "Percentuali decisamente più basse, non oltre il 20%", anche nell'"anziano" Piemonte. "I problemi dei Dea sono altri"

“Oggi da 6 a 8 persone su 10 che si rivolgono ai Pronto Soccorso, vi si recano in modo inappropriato”. Per evitare questi “accessi impropri” indicati dal ministro della Salute Orazio Schillaci tra le cause principali del sovraffollamento della prima linea degli ospedali, è lo stesso titolare della Sanità del Governo a sostenere che “dobbiamo offrire una sanità territoriale, come emerso in pandemia. Stiamo lavorando su questo, anche con i fondi del Pnrr che dobbiamo utilizzare in modo corretto. Ma la vera trasformazione – ha aggiunto -– sarà la digitalizzazione della sanità, che ci permetterà anche di superare le tante disuguaglianze che ci sono oggi nel servizio sanitario”. Al netto dei buoni, seppur già ascoltati, buoni propositi, resta quel dato che fa sobbalzare sulla sedia: ben più della metà di tutti coloro che si rivolgono al Pronto Soccorso potrebbero farne a meno. 

Ma stano davvero così le cose? Dottor Fabio De Iaco, lei è presidente della Societa Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza, dirige un importante Dea a Torino e ha un ruolo di rilievo nel piano di intervento sui Pronto Soccorso approntato dalla Regione Piemonte. Dunque, ci troviamo di fronte a percentuali come quelle indicate dal ministro?
“Direi proprio di no. Se dovessi quantificare gli accessi impropri a livello nazionale non oltrepasserei il 20%, restando piuttosto attorno al 15. Ma individuare nel sovraffollamento l'effetto degli accessi impropri è più di un errore di approccio”.

Dov’è l’errore, oltre che sui numeri?
“Gli accessi impropri sono un problema, ma del tutto minoritario rispetto a tutti gli altri, in particolare la permanenza in boarding, insomma in barella, dei pazienti. Poi va detto che non si può quantificare con certezza la percentuale degli accessi impropri, perché questa procedura porta in sé un errore metodologico. Mi spiego: i casi vengono quantificati soltanto dopo che sono stati valutati dal medico e quindi non si può fare l’equivalenza dei codici bianchi e verdi come impropri, perché non di rado in questi casi che si presentano come a bassa priorità si nascondono casi gravi. Anzi proprio in quelle circostanze emerge la professionalità del medico di emergenza e urgenza”. 

Sarà rimasto sorpreso dalle parole del ministro…
“Parlare in questi termini e sottolineare quelle percentuali altissime, significa voler sminuire il problema reale dei Pronto Soccorso, riportando tutto sul territorio e andandosi a impantanare. Anche qualora quei dati fossero veri, e non lo sono, questo non porta soluzioni a breve termine. Servono più medici nei Pronto Soccorso e meno pazienti in attesa di ricovero, quindi anche più posti letto nei reparti”.

In Piemonte, con una popolazione tra le più anziane del Paese e dove solo nelle ultime settimane si registra un lieve calo del numero di pazienti in boarding, la percentuale di accessi impropri, in base alla sua esperienza e conoscenza anche sul campo, qual è?
“Direi non oltre due su dieci”.

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