TRAVAGLI DEMOCRATICI

Nel Pd tutti sul carro di Schlein

La nuova inquilina del Nazareno debutta alla Nuvola di Roma. Bonaccini presidente e segreteria unitaria. Solito affondo contro correnti e capibastone. La cuneese Gribaudo solo alla vicepresidenza, praticamente un premio di consolazione

“Siamo qui, più vivi, forti, uniti e stiamo arrivando. Sarà questa una nuova primavera”. E parte davvero in una domenica di primavera anticipata, esplosa all’improvviso a Roma, l’era di Elly Schlein alla guida del Pd. Una affollatissima assemblea alla Nuvola di Fuksas, la scena dell’esordio da segretaria proclamata. Arriva in mezzo a una standing ovation, poi l’abbraccio con lo sfidante Stefano Bonaccini che indica come presidente del partito. “Il Pd è casa mia, io non mi sento minoranza e tantomeno opposizione, mi metto e ci mettiamo a disposizione” sono le parole dal palco di Bonaccini, dopo essere stato eletto presidente dalla larghissima maggioranza dell’assemblea.

L’unità del partito è una delle chiavi ricorrenti del primo intervento di Schlein da nuova inquilina del Nazareno. Ma, sottolinea, è arrivato il momento della chiarezza: “Unità” deve viaggiare di pari passo con la  “coerenza”, “basta compromessi al ribasso”. Impegni non propriamente inediti né particolarmente originali ma di prammatica. “Sarò sempre aperta all’ascolto, soprattutto per le critiche costruttive. Dobbiamo mettere a valore diversità e franchezza tra di noi ma fedeli al mandato che ci hanno dato le persone che hanno votato, un mandato di unità e coerenza. Rilanciamo la nostra azione politica e insieme torneremo a vincere, ne sono convinta”.

Schlein vuole collocare il suo Pd “al fianco dell’Italia che fatica”. Quindi le battaglie prioritarie su cui invoca la collaborazione anche con le altre opposizioni: salario minimo e difesa della sanità pubblica. Poi l’affondo sull'autonomia, ma quello più duro contro il governo è sui migranti e Cutro. “Abbiamo toccato con mano l’inumanità delle scelte di chi oggi governa il Paese”, rimarca Schlein chiedendo chiarezza sulla tragedia, l’abolizione della Bossi-Fini e lo stop al finanziamento della guardia costiera libica (sconfessando così l'operato di Marco Minniti). Non poteva mancare, ovviamente, un passaggio sui diritti e l’ambiente, la Costituzione e il lavoro. La segretaria garantisce “opposizione dura” ma sempre accompagnata da proposte perché “noi siamo sinistra di governo”. Un passaggio gradito all’ala riformista dem così come quello sull’Ucraina: “Dobbiamo continuare a sostenere in modo pieno il popolo ucraino, che ha diritto di difendersi. Ma accanto a questo, anche chiedere un protagonismo più forte dell'Europa perchè finisca la guerra” con “una pace giusta, perchè non si può mettere sullo stesso piano chi è stato aggredito e chi ha deciso di aggredire”. Tante le citazioni da papa Francesco al presidente Sergio Mattarella

Schlein annuncia che dopo la riapertura del tesseramento “abbiamo avuto più di 10mila nuove iscrizioni”, un segnale importante così come quello che arriva dalle principali rilevazioni demoscopiche che raccontano un Pd in ascesa che recupera consenso nelle urne virtuali, in attesa di quelle reali. “C'è un ricongiungimento familiare con la nostra gente” dice Schlein che lancia un appello al popolo delle primarie: “Entrate in questa comunità, abbiamo bisogno di voi”.

L’apertura nei confronti di chi ha sostenuto gli altri candidati alle primarie – oltre a Bonaccini anche Gianni Cuperlo e Paola De Micheli – è totale: “Da oggi chi ha votato chi non conta niente, lo dico seriamente. Poi l’attacco ai capibastone: “Abbiamo un male da estirpare dentro di noi, non voglio mai più vedere stranezze o cose irregolari sui tesseramenti, capi bastone e caccicchi vari. Su questo dovremo lavorare tanto insieme, è la più grande sfida da affrontare insieme”.

Il senatore Michele Fina, organico alla componente dell’ex ministro Andrea Orlando, è il nuovo tesoriere mentre Chiara Gribaudo e Loredana Capone sono state elette vicepresidenti. Un ruolo non certo centrale per la deputata cuneese, molto vicina a Schlein di cui ha guidato i comitati lungo tutto lo stivale e per la quale si era anche parlato di un ruolo da capogruppo alla Camera al posto di Debora Serracchiani. Opzione che al momento pare congelata. Oltre al ruolo di cane da guardia del neo presidente si prospetta qualche altro incarico? Chissà, per ora tra una ipotetica candidatura alla presidenza della Regione Piemonte e un ruolo in Parlamento, si deve accontentare di uno strapuntino. Dal Piemonte entrano in Direzione nazionale Mauro Berruto, Stefano Lepri, Enrico Borghi, Chiara Foglietta, Paolo Furia, Davide Mattiello, Andrea Pacella, Cesare Damiano, Elena Piastra, Giorgio Laguzzi e Daniele Valle. Il cuperliano Domenico Cerabona entra invece nella Commissione di Garanzia.  

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