VERSO IL 2024

Conto alla rovescia per le urne, Lega e FdI affilano i coltelli

Più ci si avvicina al termine della legislatura (e al voto) più sale la tensione tra alleati. Bongioanni lavora ai fianchi l'assessore Icardi: "Speriamo ci sia per il consiglio sul nuovo ospedale di Torino". Preioni smorza le mire dei meloniani: "Il futuro è tutto da vedere"

“Speriamo che stavolta non abbia altri impegni”. Sorride Paolo Bongioanni rivolgendo l’auspicio circa la presenza del titolare della Sanità Luigi Icardi al Consiglio regionale aperto sul nuovo ospedale di Torino di cui egli stesso, ieri in commissione, ha sollecitato la riconvocazione dopo quella saltata per l’assenza dell’assessore leghista. Ma più che un sorriso, quello di Bongioanni è il ghigno del caimano. Fedele interprete dell’appellativo affibbiatogli non per caso, colui che guida Fratelli d’Italia a Palazzo Lascaris mostra le fauci in una rivisitata batracomiomachia del centrodestra, più esattamente tra il partito di Giorgia Meloni e quello di Matteo Salvini. Battaglia sempre più a viso aperto e con rare esclusioni di colpi in vista di quella finale e decisiva che si giocherà nelle urne il prossimo anno. Quasi ogni argomento diventa pretesto per segnare il territorio, pungolare l’alleato-avversario, incassare punti per il futuro o piccole ma evidenti vittorie nel presente.

“Un anno è lungo e i risultati delle recenti elezioni in Lombardia, come in Friuli-Venezia Giulia dicono che è meglio aspettare prima di cantare vittoria”. L’avvertimento a Bongioanni, dai banchi della Lega arriva proprio dal suo omologo Alberto Preioni, alle cui orecchie arriva con la piacevolezza di uno stridore quell’assunto che ormai porta FdI a ragionare come se avere, al prossimo giro, la vicepresidenza della Regione e l’assessorato alla Sanità (più un altro nutrito numero di poltrone in giunta) fosse cosa ormai assodata.

Dall'altra parte, Bongioanni risponde “certo, che si” alla domanda se loro, soci minori della maggioranza nei voti del 2019 ma egemoni nel quadro attuale, stiano lavorando come futuri titolari della competenza più importante (e impegnativa) della governo regionale. Un lavoro in prospettiva e un lavorìo nel quotidiano, entrambi sintomo evidente di una tensione crescente tra i due alleati che arrivano, come nel caso citato del consiglio regionale aperto, a spalleggiamenti delle minoranze (da parte di Fdi, in questa circostanza) pur di mettere in difficoltà l’avversario interno. Certo, non sfugge che la questione dell’ospedale con la scelta del sito della Pellerina per la sua costruzione veda contrario un esponente di rango di Fratelli d’Italia, come l’assessore al Welfare Maurizio Marrone. Ma questo è solo un elemento in più da utilizzare nella guerra di logoramento che vede come bersaglio grosso Icardi, ha nel suo partito l’obiettivo primario. “Calma, un anno in politica è un’era geologica” ripete Preioni, come a dire “i numeri sono quelli dei seggi in consiglio e delle poltrone in giunta, il resto appartiene a un futuro tutto da vedere”. 

Intanto, però, un giorno sì e uno pure se ne vedono delle belle tra le due forze politiche. C’è da nominare un direttore di un’azienda sanitaria, uno dice Tizio, l’altro ribatte Caio. Nel giro di un mese c’è da scegliere il successore di Mario Minola alla direzione regionale della Sanità e già da qualche settimana non mancano segnali di approcci decisamente diversi, se non addirittura opposti, tra leghisti e Fratelli. I primi non nascondono di voler affidare quel ruolo senza ritardi, i secondi hanno provato a supportare la richiesta di Minola di restare fino al termine della legislatura e non si arrendono all’idea di un contratto a breve termine, per non trovarsi (nel caso in cui nel 2004 conquistassero la Sanità) un direttore scelto da altri, sia pure alleati.

Una geografia del centrodestra di governo del Piemonte ridisegnata in anticipo quella dei meloniani, lo stesso capogruppo nell’incontro che avrà il prossimo 10 maggio con il responsabile nazionale dell’organizzazione del suo partito Giovanni Donzelli si presenterà con questa mappa. Sanità, certamente, ma non solo. Il terreno su cui misurare la crescente intensità di una battaglia intestina e non dichiarata nel centrodestra si allarga ad altri temi e tra questi inevitabile ci sia l’annunciata spartizione sui territori (che, incidentalmente, coincidono con i collegi elettorali) di un tesoretto che gli uffici di piazza Castello annunciano piuttosto ricco quantificando in circa 70 milioni la somma che dovrebbe essere assegnata a varie voci in sede di assestamento di bilancio, quindi entro luglio. Rapida la Lega, con il suo capogruppo Preioni a indicare nell’abolizione del bollo per le auto ibride, ma è solo una delle tante mosse che si vedranno e che, altrettanto prevedibilmente, segneranno ulteriormente il territorio politico da parte dei due alleati-avversari, nella prospettiva della battaglia decisiva attesa, il prossimo anno, nelle urne. 

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