URNE VIRTUALI

Tra i due litiganti (Calenda-Renzi) la terza (Schlein) gode un pochino

Dai sondaggi il vistoso calo del Terzo Polo che fu. I due leader litigano e perdono consensi, mentre il Pd guadagna mezzo punto e supera il 20%. FdI sempre di gran lunga il primo partito. Finita la luna di miele ma resta alta la fiducia verso la Meloni

La deflagrazione del Terzo Polo, con la lite tra Carlo Calenda e Matteo Renzi che ha messo fine (almeno per ora) all’ipotesi di un partito unico dei liberal-democratici, è l’elemento che ha provocato le maggiori novità negli orientamenti politici degli italiani nelle ultime due settimane. Nell’odierna Supermedia dei sondaggi, infatti, tornano le stime separate per Azione e Italia Viva, grazie al fatto che quasi tutti gli istituti demoscopici considerati (con l’eccezione di Ipsos) li hanno sondati separatamente. Così, mentre Azione di Calenda risulta leggermente sopra al 4% (oscillando tra un minimo di 3,5% rilevato dal sondaggio Quorum/YouTrend per Sky e un massimo del 5% secondo Noto), Italia Viva si attesta per ora su un più modesto 2,4% (dato medio rispetto a un range che va dal 2% per Demopolis al 3,6% di Emg).

Al di là di questa novità, il quadro complessivo si dimostra ancora una volta molto stabile. La forza politica più in forma sembra essere il Partito democratico, che cresce di quasi un punto in due settimane e ritorna sopra il 20%, anche se Fratelli d’Italia rimane saldamente il primo partito con il 28,7%. Per quanto riguarda tutte le altre liste, le variazioni quindicinali sono davvero minime, mentre sul piano delle aree/coalizioni si intravede una dinamica interessante. Se l’area del (ormai ex) Terzo Polo risulta in caduta libera al 6,6% (dato peggiore dalle elezioni politiche ad oggi), il centrosinistra per contro fa registrare il suo miglior dato dal 25 settembre, con un 25,7% trainato pressoché interamente dalla crescita del Pd.

Sembra quindi di poter affermare che la rottura tra Calenda e Renzi abbia dato il via a una sorta di “mini esodo” verso il Pd, una specie di “ritorno a casa” se si considera che sia il leader di Azione che quello di Italia viva – così come molti dei rispettivi elettori – provengono proprio da quel partito. Per quanto questo flusso sia la conseguenza di un evento alquanto traumatico, è comunque a suo modo paradossale come esso sia avvenuto a poche settimane di distanza dall’elezione della “radicale” Elly Schlein alla segreteria nazionale del Pd, evento che – a detta di alcuni osservatori – avrebbe dovuto causare un flusso in direzione esattamente opposta. Ma le dinamiche appena viste, per quanto interessanti, sono comunque limitate al perimetro dei partiti di opposizione.

Le forze che compongono la maggioranza di governo, come si è visto, sono invece estremamente stabili. Sia la premier che il suo governo godono di indici di fiducia piuttosto elevati. Secondo le rilevazioni più recenti, il tasso di gradimento dell’esecutivo va dal 40% (Quorum/YouTrend per Sky) al 47% (Emg per la Rai), contro una percentuale di giudizi negativi che a seconda degli istituti è leggermente inferiore o leggermente superiore. Ad ogni modo, secondo Tecnè, dopo sei mesi dal suo insediamento il Governo Meloni avrebbe perso circa 3 punti percentuali di consenso, tanti quanti ne avevano persi nello stesso periodo i due esecutivi precedenti, guidati rispettivamente da Giuseppe Conte e da Mario Draghi – sia pure partendo da livelli di gradimento ben diversi.

Anche se la luna di miele con il Governo Meloni, come si è detto più volte, può considerarsi già conclusa, è decisamente prematuro parlare di crisi di consenso. Appare invece più appropriato parlare di una fase di disillusione, come registrato anche da alcuni sondaggi: secondo l’indagine realizzata da Noto per il quotidiano la Repubblica, infatti, metà degli italiani (50%) ritiene che il governo non stia realizzando le promesse fatte in campagna elettorale, mentre la pensa all’opposto meno di un italiano su 3 (32%).

Naturalmente, le percentuali sono molto diverse a seconda delle preferenze politiche, e non stupisce che oltre il 70% degli elettori di FdI (ma anche di Forza Italia) sia del parere che l’esecutivo stia rispettando quelle promesse. Il dato generale però si accompagna a quelli – visti già nelle scorse settimane – che bocciano sostanzialmente l’operato del governo sia sul piano della gestione dell’economia sia soprattutto su un tema delicato come l’immigrazione. Se si considerano questi elementi, i giudizi sull’esecutivo, ma anche quelli sulle intenzioni di voto per i partiti di centrodestra, appaiono senz’altro più positivi che negativi.

NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 13 al 26 aprile, è stata effettuata il giorno 27 aprile sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 19 aprile), EMG (17 e 24 aprile), Ipsos (22 aprile), Noto (22 aprile), Quorum (24 aprile), SWG (17 e 24 aprile) e Tecnè (15 e 22 aprile). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.

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