PALAZZI ROMANI

Copasir, per "sfrattatare" Borghi il Pd si raccomanda a La Russa

Dopo il passaggio del deputato piemontese in Italia Viva, ai dem resta solo Guerini. Boccia scrive al presidente del Senato che risponde allargargando le braccia: "La prassi non prevede cambiamenti" . Paita gela gli ex compagni: "Enrico serve nel comitato"

Ormai al Pd non resta che affidare le sue speranze a Ignazio La Russa. L’uscita dal partito di Enrico Borghi, approdato in Italia Viva, nonostante la frettolosa alzata di spalle di Elly Schlein, tra le non poche conseguenze che si trascina dietro c’è pure quella che riguarda la composizione del Copasir, il comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica in cui siede il senatore piemontese.

Una presenza che il Pd, in quota al quale Borghi era stato eletto insieme a Lorenzo Guerini, attuale presidente, adesso contesta chiedendo un riequilibrio, ovvero sostituire il fuoriuscito con un esponente piddino. Nei giorni scorsi il capogruppo dem a Palazzo Madama Francesco Boccia aveva indirizzato una lettera al presidente del Senato La Russa, che a stretto giro gli ha risposto. Parole, quelle del presidente, che se non proprio gelata sono una doccia appena appena tiepida sulle aspettative del Nazareno. “La prassi non conosce adeguamenti della composizione del comitato conseguenti alle variazioni interne ai gruppi” scrive La Russa il quale ai dem spiega che si impegnerà in quella che taluni vedono come una possibile moral suasion nei confronti di Borghi, ma che leggendo le parole potrebbe essere qualcosa di meno e di diverso: “Posso preannunciarle la mia personale disponibilità a verificare gli intendimenti del senatore in questione”, aggiungendo che, però, “la prassi non conosce adeguamenti della composizione del comitato conseguenti alle variazioni interne ai gruppi, se non in casi eccezionali di gravi violazioni dei requisiti previsti dalla legge istitutiva, con particolare riferimento al rapporto tra maggioranza e opposizione e alla attribuzione della presidenza”.  

Nella risposta a Boccia, il presidente di Palazzo Madama rappresenta quello che appare come un ennesimo ostacolo ai desiderata piddini: “Rilevo inoltre che se si procedesse ora, a sei mesi dall'inizio della legislatura, a un ricalcolo in ossequio al principio della rappresentanza proporzionale, questo inciderebbe anche sulla rappresentanza di altri gruppi”. Insomma o Borghi decide di sua sponte o su un’improbabile ancorché autorevole spinta di lasciare il suo posto al Copasir, oppure al Nazareno così come nei gruppi parlamentari (il comitato è composto in egual misura da deputati e denatori) se ne dovranno fare una ragione.

Nel frattempo da Boccia arriva l’apprezzamento nei confronti di La Russa: “Ringrazio il presidente per aver risposto alla mia lettera. E apprezzo – sottolinea il capogruppo – perché l’ho verificato, il suo impegno e la sua sensibilità rispetto al problema sollevato. Dalla sua risposta si evince che non ci sono regolamenti a cui appellarsi per riequilibrare la rappresentanza dei gruppi parlamentari all’interno di organismi come il Copasir. Non ci sono regole ma ci sono solo prassi parlamentari”.

Al riguardo Boccia ricorda come “prassi sono state cambiate o addirittura stravolte come avvenuto in occasione dell’elezione dei giudici della giustizia amministrativa. Per questo motivo riteniamo sia arrivato il momento di lavorare a norme più stringenti per evitare che il transfughismo parlamentare stravolga equilibri di rappresentanza all’interno di commissioni e organismi parlamentari importanti. In tutte le sedi, a partire dalla conferenza dei capigruppo, continueremo a chiedere nuove regole in tal senso”.

Borghi subito dopo l’annuncio del suo passaggio a Italia Viva aveva escluso le dimissioni dal comitato (“Mi sarei dimesso fossi stato il presidente”) e oggi a confermare quella scelta sembrano essere gli stessi vertici parlamentari di Italia Viva.  “La risposta di La Russa è corretta, infatti, dal punto di vista dei precedenti mi sembra confermi quanto abbiamo detto ieri in una nota stampa molto dettagliata – scrive in una nota la capogruppo di Iv a Palazzo Madama Raffaella Paita –. Spiace, però, questo doppiopesismo del Pd, è un brutto modo di stare nelle istituzioni". E a chi le chiede cosa debba fare ora Borghi risponde: “Non parlo per lui ma di certo ha svolto un ottimo lavoro al Copasir e c'è ancora bisogno di lui”.

print_icon