DIRITTI & ROVESCI

"Appendino ha aperto la strada", sui diritti coppia di fatto Pd-M5s

Dal palco mainstream del Carignano l'omaggio del sindaco Lo Russo all'ex prima cittadina pentastellata. I tanti testimonial (presenti o in collegamento) mascherano l'assenza delle fasce tricolore. Si autoinvita anche Zagrebelsky. In piazza i Pro Vita: "No all'utero in affitto"

Un riconoscimento non scontato e per certi versi neanche dovuto, eppure – proprio all’inizio del suo intervento dal palco del teatro Carignano – Stefano Lo Russo ha citato a favor di applauso la sua “predecessora” Chiara Appendino che sul tema dei diritti “ha aperto una strada” che ora in tanti percorrono. Una mossa dettata da calcoli politici in vista delle prossime elezioni regionali, magari per placare qualche compagno di partito infastidito e non meno preoccupato dalle tante dichiarazioni d'amore espresse dal loro primo cittadino nei confronti di Alberto Cirio? Chissà.

La strada aperta da Appendino è quella delle trascrizioni dei figli di coppie omogenitoriali. Ironia della sorte la prima coppia a vedere riconosciuto il proprio erede fu nel 2018 quella formata da Chiara Foglietta, allora consigliera comunale del Pd e oggi assessora di Palazzo Civico, e dalla sua compagna. Una procedura interrotta lo scorso anno dal sindaco dem su ordine del Prefetto, aprendo un dibattito che dura tutt'ora e che è al centro dell’adunata dei sindaci accorsi oggi a Torino. Non tantissimi, a dire la verità, dal momento che molti si sono collegati da remoto e tra i major delle grandi città si è presentato solo il primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri. Non un flop come forse auspicava qualche gufo, ma certo un evento in sordina rinchiuso tra i quattrocento posti del Carignano (in principio era previsto nel ben più grande Teatro Regio) dove si sono incontrati sindaci e parlamentari, assessori e consiglieri comunali, tutti con rispettivi staff e uffici stampa. Un evento promosso sotto l’egida mainstream del gruppo Gedi (che proprio oggi nel numero confezionato appositamente per l’iniziativa ha presentato sulla Stampa la figura del “diversity editor”).

Da Wladimir Luxuria a Luciana Littizzetto, Paola Turci con la moglie Francesca Pascale, fino a Roberto Vecchioni che in passato aveva raccontato l’outing di sua figlia: tanti i testimonial presenti e altrettanti collegati in video come gli attori Stefania Rocca, Ambra Angiolini e Luca Argentero. Tra i partecipanti anche il costituzionalista in servizio permanente effettivo Gustavo Zagrebelsky che, evidentemente, drizzate le antenne in vista dell'ennesimo tentativo di riforma costituzionale, ha già iniziato a scavare la trincea: a quanto pare si è presentato di sorpresa e autoinvitato a parlare.

“Nel nostro Paese i figli delle coppie omogenitoriali non hanno gli stessi diritti degli altri. Ciò è iniquo, quindi bisogna sollecitare su quello che ha già detto la Corte Costituzionale, ovvero che il Parlamento deve dare un quadro normativo certo per introdurre in Italia il matrimonio egualitario” è stato il messaggio di Lo Russo. Decisamente più diretta Appendino: “Giorgia Meloni deve capire che esistono famiglie arcobaleno, le piaccia o non le piaccia, e che questi bambini e bambine devono essere tutelati mentre oggi sono discriminati. Devono aprire gli occhi perché non è una questione di destra o sinistra. Meloni è donna, madre e cristiana? Lo sia anche con questi bambini”.

E mentre nel teatro andava in scena la parata delle fasce tricolore, nella vicina piazza Castello si è svolto il flash mob di Pro Vita per “urlare il nostro “No” alla compravendita di bambini e allo sfruttamento delle donne, quindi “No” alla pratica barbara e disumana dell'utero in affitto”. Concetto espresso anche dalla deputata di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli: “Torino purtroppo, prima con il sindaco Appendino poi con Lo Russo, è stata trasformata nella città dei diritti negati: ha negato il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà con il registro dei figli delle coppie gay e poi, dovendo interrompere quell’abuso politico, li ha gettati in un limbo senza precedenti che adesso non sanno come risolvere”. “Nell’imbarazzo di questa situazione si stanno strumentalizzando le aspettative, che provavano a soddisfare, con un escamotage amministrativo sapendo benissimo che non ne avevano alcuna competenza. Sono stati al governo dieci anni, se avessero voluto avrebbero coinvolto il Parlamento su quelle che oggi chiamano famiglie arcobaleno. Potevano ma evidentemente non volevano farlo neanche loro”.

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