SANITÀ

Emergenza nei Pronto Soccorso,
"tra un anno saremo daccapo"

Il decreto Schillaci non risolve il problema del personale. Manca l'alternativa ai gettonisti e dopo i 12 mesi di deroga i nodi verranno al pettine. De Iaco (Simeu): "Assurdo limitare gli specializzandi a 9 ore la settimana". Picco: "Entro fine mese le convenzioni col 118"

“Tra un anno la situazione nei Pronto Soccorso, purtroppo, sarà la stessa che stiamo vivendo oggi”. Si stringe sui gettonisti, ma senza fornire un’alternativa all’impiego di questi professionisti esterni. 

“A fronte del freno alle cooperative, che anche se un po’ allentato resta una misura positiva, non è stato individuato il modo di coprire quei servizi oggi svolti dai gettonisti”, osserva Fabio De Iaco, presidente della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza. La stessa possibilità di prolungare fino a un anno il ricorso a professionisti esterni, prevista dalla versione rivisitata del testo Schillaci approdato ieri in aula alla Camera, “non risolve il problema, spostando solo in avanti il momento in cui si dovrà trovare una soluzione davvero concreta ed efficace”, spiega il presidente di Simeu.

E dire che un rimedio, se non del tutto risolutivo, almeno in grado di sopperire in buona parte ai gettonisti ci sarebbe, “ma limitare l’impiego degli specializzandi a sole 8 ore alla settimana è del tutto inutile, non si copre neppure il turno di una notte che è di 12 ore”. De Iaco nel corso dell’audizione in commissione Affari Sociali di Montecitorio aveva indicato come soglia minima 18 ore. Richiesta finita nero su bianco in un emendamento di FdI, ma poi non si sa perché è scomparsa dal testo finale. C’è chi indica nelle Università e nel potere dei baroni una resistenza alla “cessione”, si pure per poche ore alla settimana, dei medici che frequentano i corsi per le specialità, preferendo averli nelle cliniche universitarie.

In Piemonte qualcosa su questo fronte si sta muovendo su un versante positivo. “Nel recente incontro che abbiamo avuto con i rettori delle due Università abbiamo posto il problema delle difficoltà che ci sono con il mondo accademico, trovando l’impegno a risolverli. Ma la strada è ancora lunga e il tempo è poco”. Un ruolo di pressione sul Governo potrebbero giocarlo le Regioni, che ormai da parecchi mesi denunciano una situazione insostenibile sia per quanto riguarda il personale, sia per quanto concerne i costi che l’impiego dei gettonisti fa lievitare in maniera enorme. Nei prossimi giorni il presidente di Simeu sarà in audizione nella commissione Salute in seno alla Conferenza delle Regioni e, “anche lì cercheremo di individuare la strada per indurre Governo e Parlamento a modificare una norma che, oggettivamente, così com’è non risolve minimamente il problema”.

De Iaco oltre che presiedere la società di medicina di emergenza e urgenza è un dirigente di Pronto Soccorso in una regione, come il Piemonte, che ormai si rivolge sempre più a professionisti esterni e che, come nel resto del Paese, deve fare i conti con una costante migrazione di medici dagli organici ospedalieri verso cooperative o società private. Una migrazione cui il decreto Schillaci cerca di porre un argine riducendo gli spazi per i gettonisti, senza tuttavia aver previsto il modo in cui sostiturli. Come se ciò non bastasse, poco tempo fa, è emerso un ulteriore problema, quello del divieto per i medici del 118 di lavorare per le coop. Moltissimi Pronto Soccorso, in tutto il territorio regionale, rischiano di avere turni scoperti a partire dal primo di giugno, data in cui scatterà il blocco per i cosiddetti centodiciottisti. 

Nei giorni scorsi il commissario dell’Azienda Sanitaria ZeroCarlo Picco aveva annunciato in un colloquio con lo Spiffero come “con le nuove convenzioni i medici del 118 potranno lavorare nei Pronto Soccorso di tutte le aziende senza che siano coinvolte le cooperative. Così come anche i dipendenti che lavorano nell’area critica, come gli anestesisti e gli urgentisti potranno fare turni nel 118”. Ieri, coordinata dal direttore sanitario di Azienda Zero, Gianluca Ghiselli, si è svolta la prima riunione con tutti i vertici delle aziende con i primari dei Pronto Soccorso. “Ce ne sarà almeno una al mese, per verificare le problematiche e affrontarle con i modelli organizzativi che ci siamo dati”, annuncia Picco. Ma sempre dal commissario, che tra le materie di competenza ha anche l’emergenza, è partita l’indicazione categorica a tutti i direttori generali perché le nuove convenzioni con il 118 siano fatte entro il primo di giugno. E Picco avverte: “Non ci devono essere ritardi”.

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