POLITICA & SANITÀ

Un veterinario alla Sanità,
FdI punta su Griglio

Contrari (con qualche eccezione eccellente) al numero uno di Candiolo Sottile, i meloniani optano per un "interno". Per l'attuale vice di Minola e capo della Prevenzione segnali di freddezza dal gotha della medicina. La Lega subirà la decisione dell'alleato?

Il bando è appena stato pubblicato, ma i giochi sul terreno della politica per la nomina del futuro direttore regionale della Sanità del Piemonte sono incominciati già da un bel po’. E più si avvicina la data del primo giugno, quando si chiuderà la finestra di un paio di settimane per raccogliere le candidature, più emergono i diversi orientamenti all’interno della stessa maggioranza.

Così, mentre da tempo è noto come tra i favoriti nei pronostici resti l’attuale direttore dell’Istituto di Candiolo Antonino Sottile, non è affatto un mistero che il suo nome, gradito al presidente Alberto Cirio così come all’assessore Luigi Icardi e alla stragrande maggioranza del gotha della medicina piemontese, risulti piuttosto indigesto a Fratelli d’Italia, o più esattamente a una parte di essi, a cominciare dal capogruppo a Palazzo Lascaris Paolo Bongioanni.

Proprio dal partito di Giorgia Meloni ci sarebbe il non dichiarato, ma non più segreto, piano per portare al vertice di corso Regina Bartolomeo Griglio, attuale responsabile del settore Prevenzione, sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare. Griglio, insieme a Livio Tesio (dato come più che probabile nuovo direttore del Welfare, tornato autonomo dalla sanità) e al vicario Franco Ripa è uno dei vice di Mario Minola che lascerà la plancia di comando a fine mese con un interim affidato allo stesso Ripa per qualche settimana.

Classe 1961, laurea in medicina veterinaria e un lungo curriculum di incarichi nel settore pubblico, con ruoli dirigenziali in diverse Asl del Torinese, tra cui l’attuale To5 e, in anni più lontani, quelle di Nichelino e Chieri, l’attuale vicedirettore regionale ha avuto un ruolo importante nell’Unità di Crisi prima e nel Dirmei successivamente nella lunga emergenza Covid. Su di lui sembra puntare FdI, determinato a far pesare i mutati equilibri di forza interni alla coalizione, in particolare nei confronti della Lega, orientata su Sottile. Il quale, a sua volta, conterebbe sulla stima e quindi il probabile viatico del governatore così come quella dell’assessore, anche se ambienti meloniani fanno trapelare (non disinteressatamente) voci circa un’apertura di Icardi all’ipotesi Griglio. Tattica per minare un fronte ampio come quello a favore del direttore di Candiolo, che tra l’altro vede tra i suoi estimatori lo stesso segretario regionale, nonché parlamentare, di FdI Fabrizio Comba? Più si avvicina la decisione più i giochi si fanno duri e può scapparci pure qualche sgambetto.

Dirigente di lungo corso, apprezzato dall’attuale giunta che nel 2020 lo promuove alla vicedirezione, Griglio rischia di pagare il fatto di essere un veterinario. Prima di lui, nel caso prendesse il posto di Minola, c’è soltanto il precedente di Mario Valpreda, il quale da direttore poi passò al ruolo di assessore alla sanità nella giunta di Mercedes Bresso. Ora come allora, gli ambienti medici, in particolari quelli universitari, non nascondono una certa contrarietà condita di innegabile snobismo all’idea di essere diretti da un veterinario. Peseranno questi segnali che già sono partiti all’indirizzo di chi coltiva il proposito, anche in chiave anti-Sottile, di promuovere a titolare l’attuale vice? 

Il conto alla rovescia è partito l’altro giorno con la pubblicazione del bando e solo il primo di giugno, il giorno successivo al termine del mandato di Minola, si sapranno i nomi di coloro che ambiscono a subentrargli al vertice della sanità piemontese. Ma proprio da lì incomincerà la fase più dura della partita con i Fratelli determinati a condizionare la scelta e con la Lega che dovrà decidere (o almeno provarci) se lasciare incassare all’alleato oltre alla nomina del nuovo direttore del Welfare, materia di competenza del meloniano Maurizio Marrone, anche quello della Sanità. Sarà il presidente a fischiare la fine e decidere, lui, il risultato finale?

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