Appendino, prepotenza contro Lagioia e Meloni rincara la dose

"Ciò che è successo al Salone del Libro, con protagoniste illustri esponenti del governo - la ministra Roccella e la deputata di FdI Montaruli - è esattamente la cifra di questo esecutivo e dei suoi problemi con la cultura. Sia chiaro: Roccella aveva ed ha pieno diritto di parola, così come chi la ascolta ha diritto di contestare, purché in forma pacifica e senza impedire a chiunque di potersi esprimere". Così su Facebook la deputata M5s Chiara Appendino. "Era questo - prosegue - il senso dell'invito al dialogo del direttore del Salone Nicola Lagioia. Tanto però è bastato a due rappresentanti delle istituzioni per rivolgersi a lui con toni e frasi irricevibili, affogate in quell'abisso di ignoranza la cui avversione è la ragione di esistenza del Salone stesso. La frase di Montaruli 'con tutti i soldi che prendi', è emblematica del loro modo di concepire un grandissimo evento culturale come proprietà del governo. Come se il ruolo pubblico di Lagioia lo obbligasse a schierarsi a prescindere con il potente di turno. Nicola al solito è stato un esempio di eleganza e, da gigante quale è, ha ignorato le invettive di quel nanismo morale". "Non posso - conclude - che esprimere tutta la mia stima e solidarietà nei suoi confronti. Mi sarebbe piaciuto che almeno la presidente Meloni tentasse di mettere una toppa a questa imbarazzante figura del suo governo. Invece no, se possibile ha rincarato la dose. In fondo, come insegna il passato, nemmeno lei ha un buon rapporto con la cultura di Torino. I torinesi e non solo loro ricorderanno la lezione impartita qualche anno fa dal direttore del Museo Egizio a una Meloni che voleva usare la nostra città come palcoscenico della sua propaganda, che anche allora aveva ad oggetto la cultura. Anche oggi come allora Torino, e con lei il Salone del Libro e il suo direttore sono e saranno più forti di qualsiasi prepotenza".

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