SANITÀ

Ospedali bocciati in tutta Italia. Mauriziano e Cuneo sul podio

Delle 9 aziende con le migliori performance 2 sono in Piemonte. Dal 2019 al 2021 calo generalizzato delle prestazioni, ma c'è chi è riuscito a tenere le posizioni di testa. Lo studio di Agenas effettuato con nuovi criteri. "Il valore della continuità della governance"

Sono in Piemonte due delle nove aziende ospedaliere italiane che nel 2021 sono riuscite a mantenere l’alto livello di performance registrato nel 2019 quando la golden list era quasi il doppio contando 17 strutture. 

La posizione di tutto rilievo nel panorama nazionale il Piemonte la ottiene grazie al Mauriziano e al Santa Croce e Carle di Cuneo (quest'ultimo con il primato nazionale per i tempi di attesa più brevi), gli unici due ospedali, tra quelli classificati azienda a non aver subito arretramenti, seppur anche lievi, nella valutazione da parte dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Quattro anni fa oltre alle due riconfermate, era nel novero delle aziende al top anche il Maggiore della Carità di Novara. Tutto sommato in linea con le valutazioni del 2019 le altre aziende ospedaliere che se non raggiungono la vetta della classifica non subiscono valutazioni negative. 

Va, inoltre, ricordato come la valutazione presentata oggi da Agenas vede ha applicato per la prima volta il nuovo modello di valutazione multidimensionale della performance manageriale nelle aziende ospedaliere pubbliche, con cui è stato misurato la capacità delle aziende di conseguire obiettivi assistenziali in termini di esiti delle cure e di accessibilità ai servizi sanitari, coerentemente con le risorse disponibili (di tipo finanziario, professionale e tecnologico). 

Tra gli indicatori utilizzati per valutare gli ospedali c'è la rapidità nell’eseguire interventi di protesi d’anca, operazione per tumore alla mammella (specialistica che vede al penultimo posto in classifica nazionale l'Aso Alessandria con meno del 20% degli interventi nei 30 giorni ), al colon retto, al polmone e alla prostata. tra i parametri anche i tempi di permanenza nei pronto soccorso, la degenza media pre-operatoria, i ricoveri inappropriati. Presi in esame anche indicatori economici, come i ricavi per prestazione, l’indice di sinistrosità, il numero di infermieri per posto letto. E a proposito di parametri economici, dalla rilevazioni emergono differenze enormi, specie tra Nord e Sud, per quanto riguarda i costi. Basti osservare come una giornata di ricovero costi mediamente 800 euro all'ospedale Vanvitelli di Napoli e 250 al San Luigi di Orbassano.

L’analisi che non prende in esame ospedali in capo alle Asl, così come gli Irccs, evidenzia come tutte le aziende ospedaliere con alte performance si trovino al Centro-Nord: oltre alle 2 del Piemonte, altrettante sono in Veneto, una in Emilia-Romagna, una nelle Marche, e 3 in Toscana.

Tra gli elementi cui lo studio di Agenas attribuisce un ruolo importante per il raggiungimento elevato dei livelli, determinati sia dal nuovo sistema sia dall’ormai consolidato Programma nazionale esiti, c’è anche la stabilità della governance delle aziende. E il caso di Maurizio Dall’Acqua, direttore generale del Mauriziano dal 2018 pare esserne la conferma, almeno per quanto riguarda il Piemonte. Dove, se i tempi di attesa più brevi di Cuneo sono il contraltare al fanilino di coda rappresentato dall'ospedale Morelli di Reggio Calabria, certamente non può non suonare come campanello d'allarme il posto in fondo alla classifica per interventi alla mammella dell'ospedale di Alessandria che ha appena intrapreso la via per diventare presto Azienda Universitaria. Assai meno critica la situazioni nella regione per quanto riguarda le attrezzature: se ci sono casi in cui ancora deve essere aggiornata la dotazione, certo non si arriva ai livelli di Cagliari o Catanzaro dove dall'80 al 100 per cento dei macchinari ha più di dieci anni. 

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