POLTRONE & SOFÀ

Scherzo da Amici miei a Vietti, Mascetti gli sfila Finlombarda

Alla presidenza della finanziaria d'Oltreticino viene sostituito da un fedelissimo di Giorgetti. Sfuma il disegno, coltivato dall'ex vicepresidente del Csm, al vertice di Finpiemonte di creare una holding lombardo-piemontese. Le ultime manovre

A giocare col cognome del suo successore al vertice di Finlombarda, il sogno di una superfinanziaria unica per Palazzo Lombardia e Grattacielo cullato da Michele Vietti prima d’essere sostituito restando solo (si fa per dire con la presidenza di Finpiemonte) oggi ha il sapore di una supercazzola.

Da meno di ventiquattr’ore e per i prossimi tre anni a guidare la finanziaria della Regione Lombardia è Andrea Mascetti, nato nel 1971 a Varese, avvocato prima in Ernst&Young, poi con studio proprio specializzato in diritto commerciale e tributario, incarichi in Italgas e Fondazione Cariplo, ma prima di tutto il neopresidente di Finlombarda è un leghista fino al midollo. Nidiata allevata nel vivaio più antico e prolifico del Carroccio lombardo, figura di rilievo in quel think tank federalista che è la fondazione Insubria, descritto come uno degli uomini più vicini al ministro dell’Economia e suo conterraneo Giancarlo Giorgetti, Mascetti è certamente una delle nomine più identitarie (e fiduciarie) della seconda legislatura regionale guidata da Attilio Fontana. Certamente un profilo politico assai diverso da quello del suo predecessore, nominato la prima volta nel 2017 e riconfermato nel 2020, il quale quando ricevette dal governatore del Piemonte Alberto Cirio l’incarico di presiedere l’omologa finanziaria casalinga subito s’affrettò a smentire chi lo voleva dimissionario a Milano.

Di lasciare neppure gli passò per l’anticamera del cervello l’idea, pronto invece subito a raddoppiare. E pure a rilanciare, con quel non nascosto progetto di unire le due società. Un disegno coltivato, da par suo e con l’esperienza di cui non fa difetto all’ex parlamentare e già vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Accostare, con la stessa cura che usa per abiti e cravatte, Lombardia e Piemonte sul fronte della finanza regionale, ma soprattutto tenere il lato b su entrambe le poltrone (anche) per coronare un sogno che, invece, pare svanito. 

Non sfuggì non più tardi di due mesi fa la scelta che Vietti fece per il nuovo direttore di FinPpemonte: ingaggiò un manager di alto profilo come Mario Alparone, ma pure fratello di Marco che al Palazzo Lombardia è il vice di Fontana e figura di primo piano nel partito di Giorgia Meloni. Un anno prima da Finlombarda, Vietti aveva pescato un controller da piazzare in Galleria San Federico, suscitando le ire autarchiche dell’assessora e sorella d’Italia Elena Chiorino

Una trama tessuta con cura da cui trarre l’abito tagliato su misura per sé medesimo, ma quella che il politico piemontese immaginava già come una possibile e (da lui) auspicabile superfinanziaria al di qua e al di là del Ticino è scomparsa, inghiottita dall’onda di ritorno leghista. Lui, ovviamente, no. Navigatore di lungo corso e in grado di galleggiare anche nei mari in tempesta, rimasto senza una della due poltrone, c’è da scommetterci che abbozzerà l’essere stato sostituito da Mascetti. Senza fare una grinza, come fosse antani.

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