POLITICA & SANITÀ

Sanità, Sottile verso la direzione

Una dozzina gli aspiranti. Il manager di Candiolo stoppato due anni fa da presunte (poi escluse) incompatibilità. Sfumano le speranze di La Valle. Tra i candidati il "tedesco" Schael. Non c'è Picco, saldo all'Azienda Zero (e alla Città di Torino almeno fino alle elezioni)

Sarà quello di Antonino Sottile il nome che Luigi Icardi, con l’altrettanto certa approvazione da parte del presidente Alberto Cirio, proporrà alla giunta per la direzione regionale della Sanità piemontese. Questione di giorni. Un paio, dopo la chiusura del bando per le manifestazioni di interesse che ha raccolto una dozzina di candidature, saranno dedicati alla verifica da parte degli uffici regionali dei requisiti, poi come previsto toccherà all’assessore formulare la proposta all’esecutivo cui seguirà la nomina ufficiale con l’entrata in servizio dal primo di luglio. 

Sul nome dell’attuale direttore generale dell’Istituto di Candiolo, non paiono esservi dubbi, tantomeno resistenze anche se qualche segnale in tal senso era arrivato da Fratelli d’Italia, ma la linea del partito di Giorgia Meloni appare sempre più quella volta a non mettersi di traverso a una scelta che, in realtà, è la riproposizione di quella che si sarebbe dovuta e voluta fare nella primavera del 2021, dopo le dimissioni di Fabio Aimar. Allora Icardi aveva già individuato Sottile, ma supposti motivi di incompatibilità e i rapporti dell’Istituto con la Regione avevano impedito di procedere, dirottando la scelta su Mario Minola. Due anni dopo, appurato l’inesistenza di quegli ostacoli e respinte al mittente i tentativi dello stesso Minola di proseguire oltre i limiti dell’età pensionabile, Sottile s’appresta a ricevere la nomina.

Oltre a quello di Sottile, di nomi nella lista dei candidati ce n’è una dozzina, meno rispetto ai diciassette di un paio d’anni fa. Alcuni c’erano allora e ci sono anche oggi. Tra questi quello del direttore generale della Città della SaluteGiovanni La Valle, forte dell’appoggio di una parte di FdI, ma a quanto risulta non nei pensieri dell’assessore così come del governatore quando si trattava di delineare il profilo del successore di Minola. Oggi, come allora, hanno dato la loro disponibilità all’incarico l’attuale responsabile della Prevenzione regionale Bartolomeo Griglio, il dirigente della psichiatria dell’Asl To5 Giorgio D’Allio, così come un nome che ha segnato un lungo periodo della sanità piemontese, quello del “tedesco” Thomas Schael.

L’indimenticato mastino dei conti, a lungo in corso Regina per conto dell’Agenas durante il piano di rientro, è uso a partecipare a moltissimi bandi e la sua figura di duro e competente è riconosciuta a livello nazionale. Tant’è che, in queste ore dalle parti del grattacielo, gira più di una battuta da parte di chi lo vedrebbe bene proprio alla Città della Salute, dove la questione dei conti (in profondo rosso) resta preminente. Chissà mai che prima o poi il commissario Marco Corsini cui è stata affidata la realizzazione del futuro Parco della Salute non si trovi a lavorare sinergicamente con chi, come lui, i conti le procedure le conosce perfettamente e altrettanto le sa tenere a bada?

Non si è certo posto il dilemma di Nanni Moretti, Carlo Picco decidendo di non partecipare al bando e, tuttavia, se ci si fermasse all’apparenza l’assenza dell’uomo indiscutibilmente forte della sanità piemontese, direttore dell’Asl Città di Torino e commissario dell’Azienda Sanitaria Zero, si noterebbe certamente più della sua presenza. Non può sfuggire come l’attuale commissario, dalla sua nomina coincisa con l’avvio della Super Asl, abbia impresso ritmo e linea, con provvedimenti e ingaggi di professionisti dalle varie aziende sanitarie, che rischierebbero di non trovare la necessaria continuità con un cambio di guida. Un centro di potere e coordinamento per il sistema sanitario regionale, l’Azienda Zero, che né Cirio né tantomeno Icardi intendono privare della guida di Picco. Nel caso in cui il manager fosse approdato al vertice dell'assessorato il suo ruolo nel board della Compagnia di San Paolo, su indicazione della Regione, sarebbe probabilmente incappato in una questione di incompatibilità. E anche questo va considerato per comprendere la decisione di Picco, per il quale pare profilarsi anche il prolungamento fino al termine della legislatura regionale del ruolo di direttore generale dell’Asl Città di Torino.

Dall’alto del quarantesimo piano del grattacielo, dov’è l’ufficio di Cirio, e se possibile ancor più al ventiquattresimo, quartier generale di Icardi, si guarda alle elezioni del prossimo anno e si ragiona sulla necessità di non rischiare con cambi al vertice della principale Asl della città. Anche il miglior manager ha bisogno di mesi di rodaggio e arrivare al voto senza una condizione salda dell’azienda sanitaria potrebbe essere un rischio, per contro avere alla sua guida un uomo forte della Lega non può che rassicurare il Carroccio piemontese, oltre che il sistema sanitario. Lo stesso vale, per la principale funzione della Regione qual è appunto la sanità, guardando alla necessità di avere due profili che siano in sintonia e riconoscano i rispettivi ruolo in spirito di collaborazione. E questo è un motivo ulteriore alla base della scelta su Sottile.

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