FINANZA & POTERI

Palenzona da Meloni chez Vespa.
In Crt chiamano "Chi l'ha visto?"

Immancabile agli appuntamenti del jet set politico e finanziario, il neopresidente quasi "desaparecido" in via XX Settembre. Malumore tra i consiglieri e Furbizio rischia qualche appoggio cruciale per Acri. Campo libero per Lapucci (in attesa di preparare gli scatoloni)

Un bacio della pantofola con battimani a Giorgia Meloni nella masseria di Bruno Vespa, un taglio del nastro all’ospedale della sua Tortona, un po’ di cda qui e là senza perdere convegni pubblici e incontri privati. L’agenda di Fabrizio Palenzona continua ad essere piena anche da quando ha conquistato la presidenza della Fondazione Crt, mentre come osservano occhi attenti sotto sopracciglia aggrottate a restare sempre più spesso vuoto è proprio il suo ufficio nella cassaforte di via XX Settembre.

Domenica saranno passati due mesi esatti dall’elezione con cui Furbizio, dopo ardite manovre e una corsa sul fil di lana, ha sconfitto il suo predecessore Giovanni Quaglia, ma da allora la sua presenza a Torino è stata tutt’altro che assidua come ci si sarebbe legittimamente atteso, tanto che il pesante incedere di Big Fabrizio nei corridoi del palazzo è considerato quasi un evento. Un’assenza che, non foss’altro per la mole, non passa certo inosservata, alimentando nuovi focolai di critiche e polemiche in un un’ambiente già di suo piuttosto vivace e litigioso.

Continuerà così, facendo capolino ogni tanto (mezza giornata a settimana, quando va bene) laddove ci si attendeva mettesse le tende? E, ancora, riuscirà a smentire il sospetto che in realtà consideri la poltrona in Crt soltanto una rampa di lancio verso altre poltrone, in primis quella di presidente dell’Acri, la potente associazione tra le fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio? Nessuno s’illudeva non fosse così, ma pochi avrebbero immaginato un atteggiamento come quello che pare stia generando crescenti e diffusi malumori e che, soprattutto, potrebbe costare all’ex vicepresidente di Unicredit la solidità di qualche alleanza, in particolare negli ambienti del controsinistra, indispensabile proprio alla scalata all’Acri. Da quelle parti, poi, certo non hanno fatto i salti di gioia nel vedere Furbizio, con moglie in topless a bordo della piscina etrusca del titolare della Terza Camera, nel parterre de roi approntato da Vespa per il governo di centrodestra e spellarsi le mani alle parole della Meloni.

I rumors che non casualmente filtrano dalle ovattate stanze della fondazione, rimarcano pure che all’assenza di Palenzona da quei luoghi corrisponda pure quella del suo fido scudiero Roberto Mercuri, che tutti immaginavano a presidiare e sorvegliare notte e giorno l’avamposto piemontese, occhi e orecchie del presidente, e invece pure lui si vedrebbe assai raramente. E quando lo si vede arrivare e il segno che arriva pure l’uomo che lo portò con se, pur senza un incarico formale, in Unicredit fornendolo di ufficio al trentesimo piano del grattacielo. 

Le rare comparse di Pale, così come le sporadiche presenza del suo assistente, non possono che lasciare campo libero, come fa notare più di un consigliere dell’ente, al segretario generale Massimo Lapucci e alla sua vice Annapaola Venezia. Il grand commis che ha accompagnato Quaglia nei suoi mandati, non è certo uomo di fiducia di Palenzona il quale diffiderebbe dei suoi legami con Caltagirone (memore della mossa che all’epoca Quaglia fece nella partita per le Generali supportato e forse consigliato dallo stesso Lapucci), ma per ora resta al suo posto anche se con la non immotivata convinzione che arriverà più presto che tardi il giorno in cui riempire gli scatoloni. Nel frattempo si muove senza l’ingombrante mole del presidente, il quale avrebbe assicurato ad alcuni componenti del consiglio di indirizzo una sua rapida sostituzione.

Tra le cose da fare in fretta, se non subito, il neopresidente aveva indicato anche l’assestement, insomma la ricognizione della macchina e di tutti i suoi meccanismi, ma anche di questo ancora nulla si sa. Così come nulla si sa del previsto arrivo in via XX Settembre di Luca Angelantoni, l’ex componente del consiglio e palenzoniano di ferro, come ufficiale di collegamento con gli enti locali, ricevendo risposte contrastanti. Troppo ingombrante secondo alcuni che ne sottolineano il tratto molto politico della sua figura: ex assistente parlamentare di Marcello Pacini, direttore della Fondazione Agnelli folgorato sulla via di Arcore, e poi finito nell’entourage di Enzo Ghigo che lo indicò in Crt. Fatto sta che come si attende il cambio alla segreteria generale, si aspetta pure questo probabile arrivo, ma soprattutto ogni giorno in fondazione si aspetta Godot, il presidente.

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