GRANA PADANA

"Mettete la spilletta d'ordinanza", Molinari brandisce lo spadone

Il capogruppo invita i deputati leghisti a esibire la spin di Alberto da Giussano. E molti ci leggono un segnale politico verso Meloni e i suoi fratelli. Del resto è noto come la premier lo patisca e si sia messa di traverso alla sua elezione alla presidenza di Montecitorio

Per rispetto della nostra storia indossate la spilletta con Alberto da Giussano. È quanto chiede ai deputati della Lega il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, che ha firmato negli scorsi giorni una lettera indirizzata ai 66 deputati del Carroccio, in cui ricorda la storia del guerriero che si oppose alle armate di Federico Barbarossa. “Gli ideali – si legge nella missiva visionata dall’Adnkronos – si identificano spesso con i simboli, e la nostra storia è legata a un simbolo di libertà per antonomasia”. Per cui – è il monito – la spin “va portata nelle sedi istituzionali e negli impegni quotidiani sui territori con orgoglio”. Nelle scorse settimane sul tema del rispetto del simbolo si era fatto sentire lo stesso Matteo Salvini, che in un direttivo Federale aveva sollecitato i suoi a mostrare il marchio di fabbrica della Lega, “soprattutto in pubblico”.

Molti hanno voluto leggere, dietro l’iniziativa, un segnale politico, un richiamo identitario utile a marcare una differenza rispetto ai tratti nazionalisti del principale alleato, Fratelli d’Italia. Del resto Molinari è certamente tra gli esponenti della Lega meno in sintonia con il partito di Giorgia Meloni. La stessa premier non ha mai nascosto una sincera antipatia nei confronti del deputato piemontese al punto da mettersi di traverso lo scorso ottobre quando sembrava a un passo dal sedersi sullo scranno più alto di Montecitorio. Poi le cose andarono diversamente e Salvini gli preferì il più ligio Lorenzo Fontana per la presidenza della Camera.

Interpretazioni che lo stesso Molinari però smentisce: “Ho banalmente ricordato quelli che sono i doveri dei militanti, lo stesso Salvini aveva posto la questione al federale, dicendo che vedeva tanti dei nostri senza la spilletta”. Insomma, il capogruppo invita a leggere come “un semplice richiamo” la sua lettera ai deputati con l’invito a non dimenticare la spilletta con il guerriero con lo spadone, mettendola ben in vista nelle Aule e nei territori.

La spilletta pare essere giunta quindi anche a Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord e oggi deputato, che fu il primo a pensare allo “Spadone” come simbolo della sua creatura politica, sin dalla prima metà degli anni '80. “Avevo scritto, già nel marzo 1982, lanciando la prima sfida politica – ricordava il Senatur in una sua prefazione alla raccolta di scritti di Massimo D'Azeglio La Lega Lombarda – che bisognava lottare nel segno della libertà e della socialità federalista, per l’autonomia lombarda nel quadro dell’ideale dell’unità federale d’Europa, scegliendo come emblema quell’Alberto da Giussano, leggendario soldato comunale, celebrato dallo scultore Enrico Butti nel monumento al Carroccio posto a Legnano nel 1900, a ricordo della battaglia che vide la vittoria delle milizie cittadine della Lega Lombarda contro le armate imperiali di Federico il Barbarossa e dei suoi alleati”.

Bossi lanciava così il guerriero simbolo del movimento oltre 40 anni fa: “Gli storici hanno negato l’esistenza di questo eroe della fantasia popolare, anche se, alcuni hanno voluto individuarlo in Albertus Longus o in Umberto da Carate, storicamente accertati come gli orgogliosi rappresentanti di Milano a Pontida”, scriveva ancora. Nel tempo tante le suggestioni sulla scelta di quella figura stilizzata, presente per oltre 30 anni sulla scheda elettorale della vecchia Lega Nord e poi nel logo del nuovo partito salviniano, la “Lega per Salvini premier”. Qualcuno disse pure che Bossi era stato colpito non solo dalla scultura di Butti che si staglia in piazza Monumento, ma che scelse quel simbolo avendolo visto sul telaio delle biciclette Legnano, marchio molto popolare della bicicletta che fu pure di Gino Bartali. Allo stato, nessuna raccomandazione a mostrare lo “Spadone” sarebbe arrivata ai senatori leghisti.

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