FIANCO DESTR

Meloni mette all'angolo Santanchè: "Felice che riferisca in Parlamento"

Dietro l'ostentata tranquillità nel premier sale la preoccupazione per i possibili sviluppi del caso, soprattutto se dovesse coinvolgere La Russa. Oggi il pressing "elegante" verso il ministro. Centrodestra in fibrillazione, opposizioni compatte: "Dimissioni"

“L’ho vista tranquilla in queste ore come sono tranquilla io che leggo ogni giorno ricostruzioni su quando andrà a casa il governo. Temo che bisognerà aspettare ancora un po’”. Una tranquillità solo apparente quella che Giorgia Meloni, oggi in Austria, ostenta a proposito delle polemiche, nate dopo l’inchiesta di Report, sul ministro del Turismo Daniela Santanchè e la gestione delle società Visibilia e Ki Group. “Non c’è nessun problema a riferire in Parlamento, è una richiesta legittima. Sono contenta che il ministro Santanchè abbia dato la sua disponibilità a riferire in Aula...”, parole che in realtà suonano come un pressing nei confronti dell’esponente del suo partito. La linea della premier è chiara ed è stata comunicata in un colloquio riservato quanto “assai franco” tra le due: niente dimissioni a meno che la situazione non precipiti e dalla procura arrivi l’iscrizione della “Pitonessa” nel registro degli indagati. Che, a quel punto, potrebbe coinvolgere pure Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato e uomo di punta della Fiamma magica, tirato in ballo dalle ricostruzioni giornalistiche nella sua veste di legale sia di Santanchè e sia del fantomatico fondo Negma, con sede a Dubai e registrato nelle Isole Vergini Britanniche.

Negma, a quanto pare, axquistò obbligazioni di Visibilia per tre milioni di euro, che convertiva quando il titolo era molto basso, e le vendeva quando il valore dell’azione di Visibilia improvvisamente risaliva, riuscendo a guadagnare quasi 1,5 milioni di euro su un prestito di 5 milioni. Operazione che porta Visibilia a perdere il 97% del suo valore in borsa. Sull’operazione indagano i pm di Milano. Non è possibile sapere chi c’è dietro al fondo emiratino, il cui presidente è un arabo, Elaf Gassam, ma La Russa risulta abbia operato come avvocato a nome del fondo Negma. 

Tempo di qualche istante e diretta interessata fa sapere che “se sarà formalizzata la richiesta” sarà “fiera e orgogliosa di farlo”, dichiara arrivando ad Ischia per un evento del gruppo Ecr, i Conservatori europei. E sull’inchiesta della procura di Milano aggiunge: “Ad oggi non ho mai ricevuto un avviso di garanzia, quindi non capisco come si possa parlare di rinvio a giudizio”. Insomma, a “Santa” non resta che obbedire e tentare, se riesce, di respingere accuse e insinuazioni.

Intanto, la petizione che chiede il suo allontanamento dal governo ha già raggiunto in meno di un giorno oltre 12mila firme. A lanciarla online sono Verdi e Sinistra Italiana. “Arriviamo a 100 mila nei prossimi giorni, continuiamo fino alle dimissioni”, il messaggio su Twitter di Angelo Bonelli, deputato di Europa Verde. “Le condotte di Daniela Santanchè emerse dalle inchieste giornalistiche di Report – si legge nel testo della petizione, non sono compatibili con il ruolo di Ministro della Repubblica. Ma né lei né Meloni hanno la decenza di capirlo. E allora tocca a noi. Firma anche tu per chiedere le dimissioni di Daniela Santanchè. Le firme raccolte – conclude il messaggio – saranno consegnate all’interessata e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni".

Non solo Verdi e Sinistra Italiana contro il ministro: dopo l’inchiesta della trasmissione televisiva, le opposizioni compatte hanno infatti chiesto a gran voce la destituzione del ministro. E se in Via della Scrofa ci si aspettava la solidarietà degli alleati, le dichiarazioni arrivate ieri da Lega e Forza Italia non sembrano essere proprio di quel tenore, almeno in parte. Sia il Carroccio (con i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo) che il partito azzurro (con il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè) hanno auspicato un chiarimento in Aula del ministro. Atto fino a qualche ora escluso da Fratelli d’Italia secondo cui qualsiasi spiegazione da parte di Santanchè sarebbe superflua. “Quando uno dice che intende querelare Report, il chiarimento mi pare che ci sia già. Direi che Santanchè ha tagliato la testa al toro, poi ognuno può pensarla come vuole”, aveva detto il presidente dei deputati di FdI Tommaso Foti. Prima che la Capa costringesse Santanché a sottoporsi alle forche caudine del parlamento.

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