SANITÀ

Infermieri, il concorso è un flop: 6 su 10 bocciati allo scritto

È passato un anno tra il bando e il concorso e nel frattempo la metà dei 3mila iscritti ha preso altre strade. Alla prima prova il 60% si blocca. Intanto negli ospedali cresce l'emergenza personale. Il sindacato Nursing Up: "Più di qualcosa non funziona"

Tempi lunghi e maglie strette. Risultato: su tremila iscritti al bando per reclutare infermieri, a fronte di un’attesa probabilmente eccessiva, se ne sono presentati soltanto 1.712 e di questi appena un terzo, dopo la prova scritta, è stato ammesso all’orale. E chissà quanti dei 580 che hanno superato più forche caudine arriveranno negli ospedali piemontesi dove la fame di personale continua a crescere.

Quanto denuncia il sindacato Nursing Up, con il suo segretario regionale Claudio Delli Carri fa emergere un quadro non poco preoccupante: “Solo nei giorni scorsi si è svolto, a Torino, il concorso per infermieri relativo al bando che era stato pubblicato più di un anno fa per la creazione di graduatorie a cui poi potranno attingere, per le assunzioni, sette grandi aziende sanitarie del capoluogo e della provincia torinese”. 

Un anno, soprattutto a fronte dell’emergenza personale, certo non è poco. Tant’è che, come sottolinea lo stesso Delli Carri, “questi tempi troppo lunghi, dalla pubblicazione del bando alle prime prove di selezione, hanno portato moltissimi degli aspiranti a scegliere altre strade: dal lavoro all’estero a quello in cooperative o gruppi privati”. Possibile che una volta annunciato il concorso debba passare addirittura un anno per arrivare alle prove? Eppure è andata così, è andata male e rischia i finire anche peggio. A far discutere e sollevare più di una perplessità è, infatti, anche la falcidie arrivata con gli scritti: oltre il 60% non ha superato la prova. “Stentiamo a credere – dice il sindacato - che gli infermieri laureati da noi, gli stessi che mezza Europa cerca di portarci via riconoscendone la preparazione, trovino una realtà così complessa nell’assunzione pubblica della nostra regione”.

“Che cosa non ha funzionato, dunque?”, si chiede e chiede Delli Carri. Così come fa un altro dirigente dello stesso sindacato, Marco Attivissimo, con competenza su Città della Salute: “Come sindacato, abbiamo avuto modo di formare gratuitamente oltre 300 colleghi, con nostri corsi di preparazione al concorso. Come può essere che tutto di un tratto più di due terzi di loro non sia in grado di passare una prima prova”. Molti i dubbi e le domande “che pesano su di un sistema sanitario che ha bisogno enorme di assunzioni e oggi invece si troverà con una graduatoria magrissima e non soddisferà le necessità di adeguamento degli organici”.

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