FIANCO DESTR

Fratello Galante, sorella Sanità. Il ritorno del "fasciocomunista"

L'ex grand commis della Regione di cui si è sempre detto "fez in testa, tessera della Cgil in tasca" diventa responsabile del settore per FdI. Subentra a Gaetano Ragonesi. Il passato da assessore, direttore di Asl, venne chiamato alla direzione Agricoltura dal piddino Ferrero

“Fez in testa, tessera della Cgil in tasca”. La battuta intrisa di perfidia, a cavallo tra leggenda e verità, è riecheggiata sottovoce nei corridoi di corso Regina Margherit, attraversando amministrazioni regionali diverse e diversi inquilini di quello che fino a poche settimane fa è stato il quartiere generale della sanità piemontese. Così come decenni da grand commis li ha attraversati lui, Valter Galante, più volte direttore generale di Asl (le ultime furono Asti e, in veste di commissario, Alessandria), ma il solo tra i manager a poter vantare pure un passato da assessore. Arrivò al vertice della sanità all’inizio del 2004 prendendo il posto di Antonio D’Ambrosio, figura di spicco di Alleanza Nazionale che aveva rassegnato le dimissioni nelle mani del governatore Enzo Ghigo due giorni dopo Natale, in seguito a un’inchiesta che aveva coinvolto il suo braccio destro Cosimo Ferro.

Già all’epoca c’era chi ammiccava a una certa qual trasversalità di Galante, peraltro motivabile con il suo ruolo di dirigente regionale. Lui, di formazione amministrativa, è tra i realizzatori del servizio 118 in Piemonte e la sanità resterà il suo pallino anche quando l’allora assessore all’Agricoltura del Pd, l’astigiano Giorgio Ferrero che lo ha conosciuto al vertice dell’Asl della sua provincia, lo vorrà quale direttore “strappandolo” alla guida di Arpea, l’agenzia che gestisce i fondi per l’agricoltura. 

Torna a dirigere un’azienda sanitaria, quella alessandrina, nell’ottobre del 2019, pochi mesi prima dell’arrivo del Covid. E quando arriva l’età della pensione, il manager di destra dalle origini di sinistra e con sempre buoni e talvolta ottimi rapporti con la gauche resta a lavorare come consulente dell’azienda passata nelle mani di Luigi Vercellino. Sempre un po’ sottotraccia, mai sfiorato (al contrario di qualche suo successore) da grane giudiziarie, sempre con quell’immagine – fez e tessera della Cgil – che si porterà dietro nella lunga carriera. Che ora, da un po’ terminata quella professionale, imbocca nuovamente la strada della politica lasciata dopo la lontana parentesi di corso Regina.

È freschissima la sua nomina a responsabile del dipartimento Sanità di Fratelli d’Italia per il Piemonte. Prende il posto del medico ginecologo Gaetano Ragonesi, ex berlusconiano vicino a Deodato Scanderebech, ringraziato dal segretario regionale Fabrizio Comba per “il passo di lato” a favorire l’avvicendamento. Un ruolo di rilievo, quello affidato al manager, viste le mire fraterne sulla sanità nella prossima legislatura delle quali segnali pesanti non sono mancati in questi mesi. Certamente uno che la sanità la conosce come pochi altri, Galante, così come tutti quei sistemi e quelle dinamiche spesso non evidenti che stanno dietro al core business dell’azione politica regionale. Un navigatore di lungo corso che ha mostrato di saper sempre volgere le vele al meglio, con il cuore a destra e la tessera della Cgil nella tasca sinistra. O viceversa.

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