POLITICA & SANITÀ

Pronto Soccorso anche ai privati. Scatta l'emergenza rossa: "Mai"

Il Piemonte è tra le poche regioni a non avere cliniche con il Dea. La sinistra alza le barricate. Accossato (Luv): "Icardi vuole seguire l'esempio lombardo", ma i Ps privati ci sono in Toscana, Emilia e Puglia. Il Pd contro la privatizzazione dell'ospedale di Cuorgnè

“Privato”. Basta la parola, come diceva una vecchia pubblicità di un lassativo, per scatenare un profluvio di reazioni a sinistra all’ipotesi di allargare anche al settore dell’emergenza-urgenza il rapporto del sistema sanitario regionale con i gruppi imprenditoriali (ma anche di carattere religioso) che già forniscono servizi al pubblico.

La questione che ruota sulla possibilità di concedere l’apertura di Pronto Soccorso alle cliniche che ne abbiano i requisiti, come più volte e ancora recentemente riportato dallo Spiffero, non nasce certamente oggi e neppure ieri. Se ne parlava già ai tempi in cui la regione era governato dal centrodestra e dove oggi c’è Alberto Cirio, c’era Enzo Ghigo. Ma non se ne fece mai nulla, lasciando il Piemonte tra le pochissime regioni a non avere questo genere di servizio. Tant’è che alla conclusione di un recente studio lo stesso vertice nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao-Assomed ha sottolineato la distorsione data dal fatto di “come sia possibile l’accreditamento di presidi con posti letto per acuti, privi di Pronto Soccorso e, dunque, sottratti, al circuito dell’emergenza urgenza”, cui invece sempre secondo il sindacato dovrebbero essere chiamati a partecipare.

Una posizione diversa rispetto a quella dello stesso sindacato regionale la cui segretaria Chiara Rivetti ha ribadito spiegando che “non c’è necessità di nuovi Pronto Soccorso”, tanto più se privati. Posizione cavalcata a spron battuto dalla sinistra, specie dopo una pure timida apertura all’ipotesi da parte dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, apertura che ad oggi e dopo quattro anni di governo del centrodestra mai si è sostanziata anche nel più piccolo passo concreto. Basta la parola.

“Icardi stravede per i privati, è favorevolissimo a seguire il modello Lombardia e non vede l’ora di far gestire anche i pronto soccorso ai privati. Noi siamo totalmente contrari e continueremo ad esserlo”, tuona Silvana Accossato. Forse dimentica, certo non può non sapere, la capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale che i Pronto Soccorso nelle strutture private accreditate non sono una caratteristica della sola Lombardia, ma pure nelle “rosse” Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Puglia, solo per citarne alcune, l’emergenza-urgenza è da tempo affidata anche alla sanità accreditata. Del resto, in Piemonte è stata la giunta di centrosinistra di Sergio Chiamparino a predisporre la vendita del Gradenigo consentendo il mantenimento del pronto soccorso, come fa perfidamente notare l'ex grillina Francesca Frediani, anche lei sul fronte degli oppositori all'ingresso dei privati nei Ps.

“Il Pronto Soccorso deve essere gestito dal pubblico” ha detto e ripetuto il capogruppo del Pd a Palazzo Lascaris, Raffaele Gallo, evidentemente convinto che abbiano sbagliato quei governatori del suo stesso partito, in altre regioni, a concedere (se non addirittura richiedere come condizione) i fornire anche il servizio di emergenza-urgenza. “Le dichiarazioni dell’assessore Icardi che aprirebbero alla gestione dei pronto soccorso da parte di strutture private confermano, ancora una volta, la vera natura della destra che vede nella privatizzazione del sistema sanitario l’unica soluzione dei problemi della sanità” gli fa eco il vicepresidente della Commissione sanità e segretario regionale Pd Domenico Rossi.

Intanto, i privati domani terranno la loro assemblea a Villa Sassi, a cui sono stati invitati il presidente Cirio e l’assessore Icardi. I gruppi che gestiscono le cliniche si dicono, con il presidente di Aiop (l’associazione di rappresentanza) Giancarlo Perla “pronti a fornire anche i Pronto Soccorso, laddove si ritenga servano e ovviamente con tutti i requisiti richiesti.”

Nel frattempo l’allarme rosso sul privato si accende nella mappa del Piemonte su Cuorgnè. Privatizzare quel presidio, come suggerito da uno studio commissionato dalla Regione, “sarebbe un altro passo per privare i cittadini della sanità pubblica, costringendoli a rivolgersi al privato”, ha sostenuto ancora il capogruppo dem Gallo, denunciando “scelte calate dall’alto, tutte volte a privatizzare la sanità”. Curioso che ad essere contestato dai dem sia lo studio realizzato da Agm Project, la stessa società di consulenza che ha prodotto, tra gli altri, il dossier da cui emerge come sia più conveniente e opportuno realizzare un ospedale unico, anziché ampliare i due esistenti, nel Verbano Cusio Ossola e fatto bandiera, contro la decisione della maggioranza di centrodestra, proprio dal Pd.