TRAVAGLI DEMOCRATICI

Il Pd è Sì Tav, Schlein Boh Tav

La rivolta dei circoli dem dell'area metropolitana di Torino. Raccolta firme in calce a un documento dopo il post di uno schleiniano di Parma, membro della direzione nazionale, che definisce "assurda" la Torino-Lione. Ma la segretaria non prende posizione

A Roma hanno fatto spallucce, a Torino si sono incazzati. Che nel 2023, a pochi giorni dalla scomparsa di Mario Virano, mentre Telt sta mettendo a bando lavori per miliardi di euro legati al completamento del tunnel di base, ci sia ancora chi nel Pd si professi No Tav, celebri gli anni burrascosi della protesta a oltranza, e definisca “assurda” quell’opera suona tanto come uno schiaffo per chi è ancora lì, in prima linea, a difendere un’infrastruttura che per primi i governi e le amministrazioni locali del Pd hanno difeso e portato avanti. Cosa ne pensi Elly Schlein non è dato sapere: come sull’inceneritore di Roma – “È una scelta che era già stata presa (…) e questo è successo ben prima che vi fosse un congresso e prima che s’insediasse questa nuova segreteria (…) a noi interessa oggi contribuire, accompagnare l’amministrazione su tutto ciò che deve avvenire prima (…)una strategia sui principi dell’economia circolare” – la segretaria del Pd ha scelto una posizione in mezzo tra il Sì e il No: lei è Boh Tav come ha ben sintetizzato il Foglio.

Qualche giorno fa l’attivista di Sinistra Coraggiosa Marco Boschini da Parma, entrato nella direzione nazionale del Pd proprio grazie a Schlein, ha condiviso su facebook un post del 2011 rispolverando le sue battaglie in Val di Susa contro “un’opera assurda”. Qualche giorno dopo in conferenza stampa la domanda alla segretaria: “Alcuni esponenti locali del Pd sono preoccupati dal possibile cambio di linea sulla Tav. Garantisce che i dem resteranno saldamente a favore dell’opera?”. “Prima di tutto vorrei sapere chi sono questi esponenti” risponde Schlein. E per rinfrescarle la memoria oggi è arrivato un documento sottoscritto da oltre venti segretari di circolo dell’area metropolitana di Torino. Una raccolta firme promossa da Paolo Foietta, il presidente della commissione intergovernativa della Tav che pure durante le primarie aveva sostenuto Schlein affermando di avere avuto da lei ampie rassicurazioni sulla posizione del Pd. Ora si ritrova a raccogliere le firme, come quando battagliava contro l’allora ministro grillino Danilo Toninelli per spiegargli in primis l’utilità della Torino-Lione e poi il fatto che da quel processo non si potesse più tornare indietro.

E visto che questo tal Boschini, nel suo intervento, faceva riferimento a una marcia avvenuta nel 2011, è proprio da lì che parte il documento postato ieri dal circolo di Cumiana e che ora stanno sottoscrivendo i segretari dei circoli di Torino e provincia: “Nel 2011 l’intero partito democratico era impegnato a difendere la Torino-Lione, un’opera indispensabile per il Piemonte, l’Italia e l’Europa, dalla follia dei violenti e dal furore eversivo della libera repubblica della Maddalena. Il partito piemontese e i nostri amministratori della Regione, della Provincia, della Città di Torino e dei comuni torinesi, Chiamparino, Bresso, Saitta, Fassino, solo per citarne alcuni, si sono schierati con orgoglio, come il Pci ai tempi del terrorismo, dalla parte dello stato e delle istituzioni ricevendo intimidazioni, insulti e minacce. In quegli anni i nostri Circoli in Piemonte sono stati attaccati dai No Tav, incendiati, danneggiati e vandalizzati. Noi militanti siamo stati minacciati, offesi, insultati malmenati da coloro che oggi il Sig. Boschini celebra. I nostri compagni parlamentari, Stefano Esposito per primo, e i nostri amministratori e militanti hanno subito pesanti minacce e intimidazioni; alcuni di essi hanno dovuto vivere anni sotto protezione per le condanne a morte di sedicenti gruppi eversivi scimmiottanti gli anni di piombo. Per queste ragioni non abbiamo nulla da dimostrare: la storia della difesa della Torino-Lione l’abbiamo scritta noi e non riceviamo lezioni da nessuno. Ma per le stesse ragioni, Sig. Boschini, ritengo che siamo noi quel Pd che stava e sta ancora dalla parte giusta. Quello che con passione e coerenza, nonostante violenze ed intimidazioni ha difeso insieme alle istituzioni il nostro Partito per realizzare un mondo diverso, davvero migliore. Lei può essere stato eletto tra i membri della direzione nazionale e naturalmente è libero di postare quello che vuole, ma era e rimane dalla parte sbagliata”. Giusto Elly?

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