TERZO POL(L)O

Azione con il Pd (e M5s?), renziani sedotti da Cirio

Divisi a Roma, strade separate anche in Piemonte in vista delle prossime regionali. I seguaci di Calenda orientati a sostenere il centrosinistra, Italia Viva (con Portas) pronta a correre per il governatore uscente. Con qualche possibile cambio di campo

Il divorzio pare ormai deciso, sui tempi e sui modi restano ancora alcune incognite. Nei gruppi dirigenti di Italia viva e Azione non si discute più del “se” ma del “quando” la separazione sarà annunciata. “Facciano i fini legulei che ci hanno portato fin qui, si occupino loro dei tecnicismi” sbotta uno dei tanti dirigenti delusi. L’ultima apparenza (“finzione” nelle parole di Roberto Giachetti) di unità era nei gruppi parlamentari che pure quelli stanno per essere sciolti mentre abbondano i retroscena sullo scouting di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Insomma, siamo al pallottoliere, i due leader in cerca di responsabili in prestito da questo o quell’altro partito. Da Macron a Scilipoti e Ciampolillo.

Le ultime da radio Montecitorio parlano di un Renzi pronto a rompere, ma forse in due tempi perché se al Senato ha i numeri per costituire il gruppo autonomo, alla Camera sarebbe un po’ in difficoltà date le fibrillazioni di Luigi Marattin ed Elena Bonetti tanto per fare due nomi. Calenda non sta messo meglio se dovessero rivelarsi vere le voci di un passaggio sull’altra sponda del vicesegretario Enrico Costa che avrebbe effetti tellurici a livello nazionale e pure in Piemonte dove l’esponente monregalese è commissario di Azione con il compito di traghettare il partito alle regionali del 2024 dopo le dimissioni di Gianluca Susta.

Bisognava fare Renew Europe, la grande alleanza dei liberali: “avanti al centro contro gli opposti estremismi” (e populismi). E invece è finita tra accuse reciproche di attrazioni fatali, verso destra e verso sinistra. Come in tutti i divorzi il sospetto del tradimento è il primo a essere rinfacciato. Linea politica o dispetti? Certo non è sfuggito a nessuno lo sforzo di Calenda a saldarsi con le altre opposizioni su iniziative parlamentari come il salario minimo o la mozione di sfiducia a Daniela Santanché, mentre Renzi rilanciava il premierato come pilastro delle riforme istituzionali, strizzando l’occhio a Forza Italia, possibile obiettivo in vista delle Europee.

“Le strade si dividono ma non è detto che uno vada a destra e l’altro a sinistra, sarebbe troppo semplicistico ridurre tutto a questo” spiega una fonte interna. Calenda avrebbe avviato dei contatti “ma il suo disegno non è di diventare la gamba riformista di un centrosinistra guidato da Schlein e Conte”. Per contro “Giorgia Meloni non si fida di Renzi e si opporrà con tutte le forze alla sua opa su Forza Italia”. Ne deve passare ancora di acqua sotto i ponti. Intanto, però, c’è agitazione e le vicende del terzo polo s’intersecano con il congresso di Italia viva che l’ex premier vorrebbe utilizzare per lanciare un nuovo progetto in grado di aggregare elettori e partiti riformisti. L’ultima proposta, fatta ieri ai parlamentari, è un election day il 15 ottobre in cui eleggere contestualmente i vertici a livello provinciale, regionale e nazionale.

Tra i soggetti con cui parla costantemente l’ex premier ci sono Letizia Moratti e pure Mimmo Portas, leader dei Moderati, un tempo spalla del Pd in Piemonte ora equidistante dai due poli: alleato di Stefano Lo Russo a Torino e vicino ad Alberto Cirio in Regione, uomo pragmatico dotato di ottima memoria (e ancora non si è scordato la mancata candidatura da parte di Enrico Letta alle scorse elezioni politiche). Sullo sfondo restano le regionali dove sia Azione sia Italia viva saranno chiamate quantomeno a una dichiarazione di sostegno a uno dei due candidati e a oggi nulla è scontato. Il possibile addio di Costa potrebbe consentire ad Azione di spostarsi di nuovo verso sinistra, pur rimanendo un ostacolo non da poco come la deputata Daniela Ruffino che al momento è “alla finestra, in attesa degli eventi”, per contro se Renzi dovesse guardare con favore a Cirio allora rischierebbe defezioni in casa propria: “Mio padre è stato un combattente partigiano” si limita a dire (per ora) Maria Angela Ferrero, coordinatrice di Italia viva a Torino.

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