PALAZZI ROMANI

Il pianto di un'altra generazione. Pichetto riceve i giovani attivisti

Il Cipollino di Meloni apre le porte del suo ministero agli ecoansiosi. Che lo sottoporranno a un vero e proprio interrogatorio. Se sopravviverà all'inquisizione ambientalista dovrà però fare i conti con la premier per nulla soddisfatta del suo operato

SEPARATI ALLA NASCITA Massimo Boldi e Gilberto Pichetto

Cinque giovani attivisti della ong ambientalista Ultima Generazione, protagonista di imbrattamenti di opere d'arte ed edifici pubblici per sensibilizzare sulla crisi climatica, incontreranno domani alle 15 il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nel suo ufficio in via Cristoforo Colombo a Roma. “Lo scorso 30 giugno, nel corso di un’intervista, il ministro Pichetto si era detto disponibile a incontrare rappresentanti di Ultima Generazione per parlare di ambiente – scrivono in una nota gli esponenti del movimento ecologista –. Ci siamo dunque immediatamente attivati per organizzare un appuntamento”. Detto fatto, Gil “una lacrima sul viso” ha messo in agenda l’incontro. E chissà se anche stavolta si commuoverà a sentire le parole dei ragazzi, come è successo al Giffoni Film Festival durante l’intervento della 27enne aspirante attrice e promotrice sui social di prodotti di make-up Giorgia Vasaperna, afflitta da “ecoansia”.

Il tenore è quello usuale degli ecofanatici: “Più di 30 anni di superficialità e incompetenza ci costringono oggi a una situazione di emergenza che, anni fa, si sarebbe potuta evitare con una transizione energetica graduale. Ora abbiamo l’ultima occasione per fare qualcosa di coerente con quella che dovrebbe essere la priorità nelle agende politiche mondiali”, dichiara Ultima Generazione alla vigilia del rendez-vous. I giovani attivisti sottoporranno il ministro a un vero e proprio interrogatorio. Per il povero Gilberto, ministro dell’Ambiente “per caso”, dopo essere stato per un paio d’ore alla guida del dicastero della Pubblica Amministrazione (poi finito al conterraneo Paolo Zangrillo), hanno preparato una sfilza di domande:  “Come intende rispettare gli impegni di abbandono dei sussidi ambientalmente dannosi entro il 2025?”; “Come intende raggiungere gli impegni dell’agenda Fit for 55?”; “Come risponde alla totale bocciatura da parte di Eccoclimate (think tank italiano sul clima, ndr) del Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima)?”; “Cosa risponde all’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla crisi climatica?”. E poi l’affondo finale, che sa un po’ di sfotto: “Cosa intende fare delle lacrime versate al Giffoni Festival?”.

L’ex “omino coi baffi”, lontano ricordo delle stagioni pre e tardo berlusconiane, quando tra Consiglio regionale del Piemonte e parlamento si è guadagnato la fama di politico pacato e riflessivo (“Fin troppo”, a detta di qualche detrattore), ha oggi un diavolo per capello, quindi sta serafico come sempre. Con il grande salto sulla scena nazionale il cambio di look – che ricorda il Cipollino di Massimo Boldi – e le gaffe. Fin dall’esordio, con il citato “errore di trascrizione” nella lista dei ministri di Giorgia Meloni, che poi di errore mica tanto si è trattato, visto lo sclero di Zangrillo per nulla disponibile a ereditare da Roberto Cingolani la grana energetica, finita per l’appunto nelle mani del pacioso Gilberto di Gifflenga, 69 anni. Balzato agli onori delle cronache per il divertente siparietto con un giornalista olandese al termine del suo primo Consiglio Ue sull’Energia (do you think it will be possible to find a compromise? “complimenti... eh insomma”), si è mostrato piuttosto impreparato anche sui nomi e compiti delle istituzioni europee confondendo prima il Consiglio Ue con il Consiglio d’Europa, che non è un’istituzione dell’Unione europea, e poi chiamando Tte il punto di scambio virtuale per il gas naturale di Amsterdam, che in realtà si chiama Ttf (Title Transfer Facility).

Un incedere claudicante, al punto che più d’uno pronostica per “Pochetto” – come l’ha ribattezzato Dagospia – un’uscita dall’esecutivo nel rimpasto che la premier avrebbe in animo di fare tra l’autunno e le elezioni europee. “Bestia… che doloree”.

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