SANITÀ

"Nessun taglio sui medici del 118"
ma il futuro è il modello lombardo

Più integrazione tra ospedale e soccorso. Specialisti di area critica a bordo e utilizzo dell'auto-medica per svincolare i dottori dalle ambulanze. Carlo Picco (Azienda Sanitaria Zero) respinge le accuse del sindacato: "Falso dire che vogliamo risparmiare sui servizi"

“Non c’è stata nessuna riduzione dei medici a bordo delle ambulanze e la motivazione del risparmio che secondo alcuni sarebbe alla base di tagli che, ribadisco, non ci sono è una vergognosa falsificazione”. Carlo Picco, commissario dell’Azienda Sanitaria Zero dalla quale dipende il servizio dell’Emergenza 118 replica con durezza alle accuse della Fimmg, la branca del sindacato che rappresenta i cosiddetti centodiciottisti. Lo fa, dati alla mano. Nel 2022 gli interventi delle ambulanze con medico a bordo sono stati 108.072 quindi superiori ai 105.609 del 2018, lo stesso per l'elisoccorso passato da 2.793 di cinque anni fa ai 2.893 dello scorso anno. I tempi medi dalla chiamata all'arrivo dei soccorsi sono sui 18 minuti, in linea con gli standard nazionali. Per quanto riguarda la flotta di ambulanze sono 65 quelle con medico, 17 con infermiere e 474 quelle di base, numeri cui vanno aggiunti ulteriori 250 mezzi disponibili se necessario. Quattro sono gli elicotteri pronti ogni giorno e uno di notte.

“È vero che è sempre più difficile trovare medici, come confermano i bandi che facciamo e quasi sempre vanno deserti”, osserva il manager che è anche al vertice dell’Asl Città di Torino, “Così come è vero che, senza nulla togliere al loro ruolo, intendiamo investire sempre più su una figura importante e di alta professionalità com’è quella degli infermieri”. Se il problema della carenza di personale medico resta un’emergenza per tutto il comparto sanitario, è proprio in una prospettiva a breve termine che la Super Asl sta lavorando a un nuovo modello di emergenza “che vada verso una sempre maggiore integrazione tra ospedale e soccorso preospedaliero, possibilmente utilizzando figure che si professionalizzano all’interno dello stesso ospedale e possono dare il loro contributo nel soccorso”. Un sistema, molto simile a quello della Lombardia, dove medici e infermieri che lavorano non solo nei Pronto Soccorso, ma in tutte le aree critiche, operano anche nel soccorso sul territorio. “Al momento questo sta avvenendo, per chi ha dato la sua disponibilità alla nostra offerta, fuori dall’orario i servizio, ma la prospettiva è quella di attuare il modello lombardo dove i medici che salgono sulle ambulanze sono tutti dipendenti ospedalieri di area critica, in parte fuori dall’orario di servizio in regime di prestazione aggiuntava e in parte in orario di lavoro”.

Inevitabile, per attuare questo sistema, ampliare gli organici in grado di superare l’attuale modello che in Piemonte si basa soprattutto su medici di medicina generale che, dopo un corso, diventano centodiciottisti. “Questo non significa affatto sminuire e non riconoscere la professionalità e l’impegno di questi medici, che certamente conserveranno il loro posto, ma il sistema va rivisto in profondità”. Non c’è, però, solo questo cambio di approccio nei piani di Azienda Sanitaria Zero per l’emergenza. “Non per ovviare alla mancanza di dottori, ma proprio per fornire un servizio migliore e avere più ambulanze a disposizione sul territorio, stiamo lavorando a un piano che preveda l’impiego di auto mediche non legando il professionista all’ambulanza, favorendone gli spostamenti con rapidità laddove sia prevista la sua presenza e per il tempo necessario”, spiega Picco. “È un progetto coerente con i modelli più avanzati sia in Italia che all’estero. Ci stiamo lavorando, ma ribadisco non c’è nessuna volontà di ridurre il numero di medici sulle ambulanze, così come questo piano non prevede assolutamente il ricorso ai gettonisti che Azienda Zero sta cercano di contrastare in tutti i modi”.