STAMPA & PROPAGANDA

Salamelle, dibattiti e Giannini. Presentata la Festa dell'Unità
(ma pare la Festa della Stampa)

Intervista Bonaccini, si confronta con Lo Russo, fa da spalla alla Schlein. Alla kermesse del Pd è lui, il direttore Sor Narciso, la vera guest star. Del resto ha trasformato l'antico quotidiano agnellesco nell'organo del mainstream antifa e queer. E in redazione malignano

L’hanno in uggia, ma tocca continuare a festeggiarla. Perché quello dell’Unità è un brand che va oltre gli storcimenti di naso di gran parte del Pd di Elly Schlein verso il giornale diretto da Piero Sansonetti e, soprattutto, edito da Alfredo Romeo, stesso proprietario del Riformista di Matteo Renzi. Chissà che prima o poi, dopo l’armocromista della segretaria, sbuchi pure un armolinguista con l’adeguato consiglio su come ribattezzare la kermesse dibatti&salamelle (a proposito, non saranno pure quelle un rischioso messaggio subliminale verso le tesi alimentari di Francesco Lollobrigida?). Nel caso a Torino avrebbe il lavoro già fatto.

Già ora, più che dell’Unità pare la Festa di Gedi o, se si vuole, della Stampa. Basta scorrere il programma della kermesse che si svogerà dal 2 al 18 settembre in piazza D’Armi, per notare come Massimo Giannini sia più presente di quanto non lo fossero, in altri tempi, i mitologici stand degli Editori Riuniti, sede al pian terreno di Botteghe Oscure. Altri tempi pure quelli della Busiarda, non proprio un complimento con cui si battezzava quello che a sinistra era tout-court “il giornale dei padroni”. Non si sa cosa legga in paradiso la classe operaia, quaggiù mentre l’estate militante sta finendo senza che qualcuno si sia accorto del suo inizio, il nuovo corso piddino tra le tante cose in cui è ancora alla ricerca probabilmente c’è pure un foglio di rifermento. E quello diretto da Giannini sembra legittimamente proporsi senza troppi infingimenti. Non si sottrae certo l’ex conduttore di DiMartedì, con sul petto la medaglia della presunta epurazione renziana da quella trasmissione, che nel romanizzare il quotidiano sabaudo l’ha trasformato in avanguardia dell’antifascismo militante, sempre all’erta quando si palesa all’orizzonte un’emergenza democratica, in prima fila nelle battaglie gender e queer. Presenza fissa nei talk show non meno che con la sua effigie dalla prima all’ultima pagina (per non dire del sito dove imperversa), Sor Narciso intervisterà Stefano Bonaccini, dialogherà col sindaco Stefano Lo Russo e vuoi mica non sia lui a provare a far dire qualcosa (di sinistra o no, comunque qualcosa) a Elly.

La presenza alla Festa del compagno direttore, che tanto si ritiene (“se crede Giorgio Bocca”) ma così poco vale in termini di copie (sotto la sua gestione La Stampa è precipitata a 87mila copie), pare abbia anche un risvolto in via Lugaro dove perfidamente qualcuno ha già salutato positivamente l’evento, “così almeno sarà tre giorni a Torino”, con evidente riferimento alla predilezione di Giannini per la Capitale piuttosto che la plancia di comando del giornale. Un po’ come per la Schlein, il cui scranno a Montecitorio non di rado resta vuoto. Si riempirà, assicurano i vertici dem, invece la Festa tra incontri, passerelle, agnolotti e fritture (comprese quelle d’aria) come nella miglior tradizione che affonda nel lontano passato quando dalle tasche delle giacche di qualche audace spuntava l’Unità. Ma “è la stampa bellezza – diceva Bogart – e tu non ci puoi fare niente, niente”. Loro ci hanno aggiunto la maiuscola.

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